ATTENTO, ti vogliono fregare anche la sanità!

Se «stanno cercando di demolire un pilastro della democrazia», c’è di che essere preoccupati. Ecco perché Massimo Cozza, segretario nazionale della Cgil medici, non ha perso tempo, né ha abboccato alle smentite ufficiali, prima di lanciare l’allarme contro l’ultima uscita di Monti, «altro che frase male interpretata, se l’è preparata per bene».A conti fatti, è vero che il sistema sanitario nazionale così com’è non sarà più sostenibile, o è la solita autoprofezia che si avvera? E’ vero che in futuro ci sarà un aumento di spesa – tra 10 e 20 miliardi in più entro il 2060 – ma non si tratta di un incremento esplosivo. Lo dice l’esperienza dell’Emilia Romagna, per esempio, dove ci sono più anziani eppure la spesa non è cresciuta perché sono stati meglio organizzati i servizi sul territorio, per prima cosa l’assistenza domiciliare. Il discorso, paradossale, vuol far credere che siccome non ci sono abbastanza soldi per mantenere la sanità pubblica così com’è, chi può permetterselo finirà per pagarsi la sanità privata. Si profila l’idea che il servizio pubblico sarà destinato ai poveri. Il paradosso dov’è? Che il costo alla fine aumenta. Negli Stati uniti il costo generale del servizio pubblico e privato è il doppio di quanto si spende in paesi con il servizio universalistico. E comunque noi non spendiamo troppo, non lo dice la Cgil, lo dicono i dati della Bocconi del professor Monti: in Italia la spesa nazionale pro capite è di 2.964 euro mentre la media europea è di 3.765. Poi, diciamo una cosa semplice, forse sembra demagogia ma è pura sostanza: spendere 20 miliardi per degli aerei da guerra e tagliare la sanità è una scelta politica, l’economia non c’entra. Nel 2013 questo governo, in aggiunta ai tagli drastici già effettuati, con la legge di stabilità ha tolto altri 600 milioni alla salute per darne 600 in più alla Difesa. In Italia per il Ssn si spende meno dell’8% del Pil, però si tratta di una media, perché le regioni del centrosud da sole producono il grosso del deficit. Il dato è risaputo, perché non si riesce ad agire? Verissimo, tra regione e regione ci sono differenze notevoli, e chi si sposta per farsi curare da sud a nord paradossalmente sta pagando di più il sistema sanitario, perché quelle regioni adesso sono sottoposte a rigidi piani di rientro. E quelle sono anche le regioni dove il privato è maggiore. Ma è vero che il 50% del privato nel Lazio è in mano al Vaticano? Non conosco il dato preciso, ma c’è anche altro, abbiamo tre Policlinici gestiti con logiche baronali, duplicati di reparti, doppioni inutili. Il Lombardia, per esempio, ci sono 22 centri di cardiochirurgia, come in tutta la Francia. E poi una questione enorme, su tutto il territorio: corruzione e criminalità. A proposito di sprechi, ha senso il taglio dei posti letto? Intanto dal 2000 al 2012 sono già diminuiti di 70 mila unità, e comunque il territorio deve essere in grado di garantire alternative. Invece abbiamo ascoltato la barzelletta del ministro Balduzzi sul medico di famiglia 24 ore su 24 sette giorni su sette. Parole, e poi? Perché le forme integrative di assicurazione non sono una soluzione? Se si riferiscono ad alcuni tipi di cure, quelle odontoiatriche per esempio, allora discutiamone. Ma se intendono dire che i ricchi possono pagarsi la loro sanità, allora non ci siamo proprio. L’assicurazione può essere solo integrativa, non sostitutiva. Se ci toccherà un Monti bis, andrà a finire come per le pensioni o lei crede che sulla sanità sia possibile resistere a questo tentativo di ennesima macelleria sociale? Monti bis?… Sarebbe un disastro, sono preoccupatissimo, qui si vuole togliere la salute ai più poveri. Lo stanno già facendo. Continuano a togliere soldi alla sanità pubblica e contemporaneamente aumentano il ticket facendo credere alle persone che con quattro soldi in più tanto vale rivolgersi al privato, tanto più che ci vuole poco a instillare l’idea che la sanità pubblica non funziona, se manca una garza… se le attese sono lunghe. Così facendo demoliscono un pilastro della democrazia. Mi auguro che i cittadini questa volta reagiscano, che si rendano conto che non bisogna avere una carta di credito per entrare al pronto soccorso.

Luca Fazio

Da ilmanifesto.it

Foto radiomadeinitaly.it

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