Centrale del Mercure, «un affare solo per l’Enel»

CASTELLUCCIO - Centrale del Mercure

CASTELLUCCIO – Centrale del Mercure

Il parlamentare dei Cinque Stelle, Sebastiano Barbanti: «Non permetteremo che un’altra perla del territorio calabrese venga distrutta»

«La vicenda sottostante l’autorizzazione alla riattivazione della sezione numero 2 della centrale Enel del Mercure per la produzione di energia elettrica con utilizzo di biomasse, è rappresentativa del peggio che ha espresso negli ultimi anni il pur squallido consociativismo calabrese». Lo afferma in una nota il parlamentare del M5S, Sebastiano Barbanti. «Vittima predestinata – aggiunge – di scelte politiche scellerate (che, peraltro, non danno garanzie né sul piano della salute, né sul piano dell’ambiente, né su quello occupazionale) è, stavolta, il Parco nazionale del Pollino, visto che quest’impianto – concettualmente insensato ed economicamente anacronistico – andrà a ricadere in un sito che può considerarsi tra i più tutelati del mondo, trovandosi interamente nella zona 2 del perimetro del Parco. Le centrali a biomasse nascono per le esigenze di quelle comunità locali, situate in zone dalla difficile orografia e nelle quali è antieconomico l’arrivo di una linea elettrica tradizionale ; a queste caratteristiche è solitamente abbinata la presenza di una significativa quantità di scarti vegetali derivanti dall’agricoltura e dalla forestazione, necessari alla loro alimentzione. Ora, una centrale dalle dimensioni di quella del Mercure richiederebbe un quantitativo di combustibile cosi’ elevato da falsare ogni calcolo di convenienza». «Tacendo del rischio – prosegue Barbanti – che nel Parco del Pollino possano essere introdotte specie non autoctone, nell’ipotesi che il legname venga importato da paesi lontani. Ma poi, in Calabria, non ha senso mettere in funzione altre centrali: la regione produce già circa tre volte l’energia che consuma e sono attualmente in corso autorizzazioni per parchi eolici e altre centrali. Diventeremo un super produttore di energia elettrica ma è una scelta miope : per l’energia trasportata a distanza ogni 100 chilometri viene disperso il 10%. L’unica parte a trarre vantaggi economici sarà l’Enel che intascherà lucrosi guadagni dallo Stato sotto forma di incentivi e – paradossalmente – certificati verdi. Il dipartimento Ambiente della Regione Calabria (con il suo Nucleo Via-Aia, esponente non si capisce bene di quali interessi) bene esprime la “longa manus” degli inconfessabili interessi di una classe politica regionale che opera impunemente fuori dalla sostanza della legalità». «Come non occorre dimenticare – conclude – il vergognoso gioco dei sindacati confederali che evidenziano sempre di più la loro distanza dagli interessi collettivi. Non permetteremo che un’altra parte di territorio calabrese così significativa venga distrutta: è arrivato il momento di dire basta».Da IL CORRIERE DELLA CALABRIA

FOTO: Rete

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