FATTI PER NON DURARE – Finalmente una proposta di legge per tutelare i consumatori

Programmati per rompersi

Programmati per rompersi


Obsolescenza programmata, ovvero fabbricare un prodotto con la precisa intenzione di farlo durare poco e alimentare così il consumo: è una pratica nata negli anni ’20, che oggi si è diffusa a tutti i nostri oggetti di uso quotidiano, dai vestiti ai computer. Come difendersi?

Fatti per non durare

Vi siete mai chiesti perché certi giocattoli si rompono subito? Perché è così faticoso trovare pezzi di ricambio per un elettrodomestico? Perché il computer che avete in casa dopo pochi mesi è già diventato un pezzo da museo? La risposta è più semplice di quanto si potrebbe immaginare, e si può riassumere in due parole: obsolescenza programmata. Questa espressione indica una precisa intenzione nel progettare e costruire oggetti affinché durino poco. Il ragionamento è impietoso ma chiaro: il sistema economico-monetario che regola la nostra società sta in piedi solo se si continua a consumare senza sosta, e per questo occorre crearne il bisogno, la necessità.

E cosa c’è di più efficace del mettere a disposizione dei consumatori oggetti pensati e realizzati per rompersi o diventare obsoleti in breve tempo?

La lampadina di Livermore
Nel giugno di quest’anno la cittadina di Livermore in California ha festeggiato i 110 dieci anni della sua storica lampadina, installata nel 1901 nella caserma dei vigili del fuoco e rimasta accesa da quell’anno praticamente senza sosta. Fu un vero e proprio evento quando nel 1976 questa lampadina venne spenta per ben 23 minuti, per essere trasferita con tutti gli onori nella nuova sede dei pompieri. La sua potenza di 4 Watt è piuttosto ridotta, ma considerando la sua veneranda età viene spontaneo chiedersi: per quale motivo le lampadine a incandescenza che tutti noi abbiamo usato fino all’avvento di quelle a risparmio energetico, duravano tutt’al più qualche mese?

Ginevra, 23 dicembre 1924: i maggiori produttori di lampadine elettriche di tutto il mondo si riuniscono in segreto allo scopo di regolamentarne la produzione, i prezzi e in seguito di elaborare strategie per ridurne la durata. Quel giorno si costituisce di fatto il primo cartello mondiale, chiamato Phoebus, dedicato a spartirsi il mercato delle lampadine elettriche. Da allora gli ingegneri cominciarono a sperimentare tecnologie in grado di realizzare filamenti più fragili, e in pochissimo tempo la durata media delle lampadine in commercio scese da 2500 a 1500 ore.

Negli anni ’40 i membri di Phoebus hanno raggiunto il loro obiettivo: praticamente tutte le lampadine erano garantite per durare solo 1000 ore. Chi voleva avere la luce elettrica doveva comprare spesso nuove lampadine, e loro ne decidevano il prezzo. L’obsolescenza programmata era quindi già una realtà, benché sia stata sviluppata come preciso modello industriale solo qualche anno più tardi. Ci troviamo di fronte infatti a una lucida strategia codificata, che ha l’obiettivo di mantenere costante la crescita economica a scapito di qualunque altro valore o priorità.

discarica--400x300 Sempre nell’articolo:
>> Obsolescenza programmata: un termine usato per la prima volta nel 1932…
>> La logica del profitto infinito basato sul consumo infinito
>> Scarsa qualità a poco prezzo
>> I modi per rendere un oggetto vecchio e superato…
>> Il peso ambientale degli e-waste, i rifiuti elettronici
>> La campagna mediatica di denuncia dal titolo “The iPod’s Dirty Secret” (lo sporco segreto dell’iPod)

>> Box1: L’arte della riparazione
Riparare e riciclare! Il miglior modo per tenere lontani gli oggetti dalle discariche (e le loro tossine dagli elementi vitali), è di farli funzionare a lungo.

>> Box2: Consumatore informato, mezzo salvato
Un vademecum con le cattive pratiche che permettono alle case produttrici di elettrodomestici, apparecchi elettronici e multimediali di accorciarne la vita e di risparmiare materiali, in una parole programmare l’obsolescenza.

La versione completa dell’articolo è disponibile nel mensile Terra Nuova Settembre 2011 comeeBook.

PROPOSTA DI LEGGE CONTRO L’OBSOLESCENZA PROGRAMMATA

E’ stata presentata ufficialmente la prima proposta di legge contro l’obsolescenza programmata, cioè la strategia secondo la quale le aziende producono beni già programmati fin dall’inizio per durare pochissimo e rompersi nel breve termine. Il testo integrale nell’allegato Pdf.

Proposta di legge contro l'obsolescenza programmata

La proposta di legge si intitola  “Disposizioni per il contrasto dell’obsolescenza programmata dei beni di consumo” (il testo integrale nell’allegato Pdf) ed è a firma del Deputato di SEL Luigi Lacquaniti. Dopo che in Francia, Belgio e altri paesi del nord Europa sono state intraprese azioni legislative per contrastare la produzione di beni già programmati per non durare, un piccolo passo si fa anche in Italia, che però al momento serve solo per attirare l’attenzione sul problema. Ormai da molto tempo di ritroviamo ad acquistare beni di consumo che si rompono in fretta e non si aggiustano perché magari costruiti proprio per non essere riparabili o perché mancano i pezzi di ricambio. TerraNuova ha dedicato un ampio servizio sull’argomento (che si può richiedere in formato Pdf) spiegano nel dettaglio il problema, ripercorrendone la storia e avanzando proposte concrete. E’ nato anche un coordinamento su Facebook per promuovere  a livello europeo una Iniziativa dei cittadini. Le soluzioni ci sarebbero, e l’iniziativa di Lacquaniti le riporta tutte: produrre beni più durevoli, prolungarne il periodo di garanzia e facilitarne la riparazione o la sostituzione dei componenti. Una delle proposte più interessanti contenute nel Disegno di Legge è proprio quella dell’apertura di scuole di formazione per giovani che vogliano specializzarsi nella riparazione dei beni di consumo.

di Alexis Myriel

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– Assegni dell’Anima

– Vivere senza soldi

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– Autocostruzione di un pannello solare termico

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