Le condanne chieste dal P. M. Luberto per alcuni imputati del processo PLINIUS

plinius

 – A Scalea i legami con Cetraro e con la camorra dell’agro nocerino sarnese c’erano già dagli anni ’80 ’90, il periodo del boom dell’edilizia. Quattro ore e mezza di requisitoria del Pubblico ministero Vincenzo Luberto per confermare la teoria della gestione mafiosa del territorio di Scalea. Ieri si è svolta la seconda udienza, con il rito abbreviato, del processo Plinius. Alla sbarra otto imputati che hanno scelto questa strada. Richiesta di pene pesanti da parte del Pubblico ministero davanti al Gup Assunta Maiore del Tribunale di Catanzaro.

Queste le pene richieste: per Piero Valente, 46 anni, di Scalea il Pm Luberto ha chiesto 13 anni di reclusione. Nello specifico, a Valente, che deve rispondere anche del reato di Associazione mafiosa, viene contestata, insieme ad altri, la presunta estorsione di cinquantamila euro ai danni di Francesco Adiletta, socio lavoratore della Logistica Adiletta Scarl, concessionaria del servizio di trasporti dei rifiuti solidi urbani, fra gli altri, del Comune di Scalea. E’ accusato anche di avere accettato la promessa di una somma di danaro, pari a 500.000 euro dai responsabili dell’Ati Avvenire s.r.l. Viene contestata a Valente anche la costrizione alle dimissioni dell’ex consigliere comunale Mauro Campilongo. C’è poi la vicenda della promessa di una somma pari a 250mila euro per l’apertura di cinque centri commerciali sul territorio cittadino.

Per l’ex assessore al Commercio Franco Galiano, 44 anni, il Pm ha chiesto 10 anni di reclusione. Le indagini puntano su di lui nella vicenda della gara d’appalto per i rifiuti e della richiesta del pagamento di 500mila euro alla Avvenire. E poi vengono contestati i fatti legati alla costrizione del consigliere Campilongo alle dimissioni, la vicenda delle aree di parcheggio e degli spazi pubblicitari cittadini. Galiano compare anche nel filone relativo alla presunta tangente da 250mila euro per i centri commerciali.

Per l’ex assessore alla Polizia municipale e poi al Commercio, Antonio Stummo, 31 anni, la richiesta è di 9 anni di reclusione. La contestazione è quella relativa alla gestione dei parcheggi a pagamento. Vincenzo Luberto ha chiesto 9 anni di reclusione per Francesco Saverio La Greca, 39 anni di Santa Domenica Talao. E poi 7 anni di reclusione per gli altri quattro imputati: Roberto Cesareo, 47 anni di Cetraro; Andrea Esposito, 39 anni anch’egli di Cetraro; Franco Valente, 54 anni di Scalea e Antonio Pignataro, 51 anni, di Cetraro, conosciuto come Cicchitella.

Il Pm Vincenzo Luberto, nelle sue quattro ore e mezzo di requisitoria davanti al Gul Assunta Maiore, ha fatto una ricostruzione storica dei legami della malavita scaleota con le zone del cetrarese e con la camorra dell’agro, nocerino, sarnese. Il periodo esaminato sin dagli anni ’80 ’90, del boom dell’edilizia. Il teorema del Pubblico ministero si è soffermato sui saldi accordi dei Valente con la famiglia cetrarese che ha sempre avuto influenza sul Tirreno. Una ricostruzione meticolosa che si è soffermata anche alle vicende, in coincidenza con la remissione in libertà di Piero Valente, che hanno determinato una spaccatura nei gruppi. Ieri hanno discusso anche le parti civili: l’avvocato Pietro Perugini per i fratelli Rotondaro; Bernaudo che assiste l’ex sindaco di Santa Maria del Cedro, Francesco Maria Fazio; l’avvocato Ventrice per la Regione Calabria; Alessandro Gaeta che assiste la Geo Ambiente insieme ad Ivana De Angelis e Fiorella Megale per il Comune di Scalea. Si torna in aula il 27 gennaio, il giorno dopo si svolge a Paola il processo con il rito immediato.

Fonte http://www.miocomune.it/cms/tirreno/tirreno-news/cronaca/9316-scalea-plinius-4-ore-e-mezza-di-requisitoria-del-pm.html

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