Era appeso lì nell’armadio
mentre lei moriva, il vestito rosso della mamma,
come uno sfregio nella fila
di vecchi abiti scuri
in cui lei aveva logorato la sua vita.
Mi avevano chiamato a casa
e seppi quando la vidi
che non sarebbe durata a lungo.
Quando vidi il vestito dissi:
“Ehi, mamma, che bello
non te l’ho mai visto addosso.”
“Non l’ho mai messo,” disse lentamente.
“Siediti, Millie, vorrei rimettere a posto
un paio di lezioni prima di andarmene, se posso.”
Mi sedetti accanto al letto
e lei emise un sospiro più grande
di quanto potessi immaginare.
“Ora che sto per andarmene,
posso capire alcune cose.
Oh, ti ho insegnato bene, ma ti ho insegnato sbagliato.”
“Cosa vuoi dire, mamma?”
“Be’, ho sempre pensato
che una donna buona non pensa mai che venga il
suo turno,
serve solo per lavorare per qualcun altro.
Fai qui, fai lì, bada sempre
a star dietro ai bisogni degli altri e assicurati
che le tue necessità siano in fondo al mucchio.
“Forse un giorno arriverai anche a loro.
Ma naturalmente non ci arrivi mai.
La mia vita è stata così: lavorare per tuo padre,
lavorare per i ragazzi, per le tue sorelle, per te.”
“Tu hai fatto… tutto quello che può fare una madre.”
“Oh, Millie, Millie, non è servito a niente…
per te… per lui. Non vedi?
Vi ho fatto il peggiore dei torti
non ho chiesto niente… per me.
“Tuo padre nell’altra stanza,
tutto agitato guardava le pareti,
quando il medico gliel’ha detto, l’ha presa
male: è venuto al mio letto e quasi mi ha
fatta morire. ‘Non puoi morire,
mi senti? Cosa ne sarà di me?’
‘Cosa ne sarà di me?’
“Sarà dura, d’accordo, quando me ne andrò
lui non sa trovare neanche una pentola, lo sai.
‘E voi figli…
E stata una pacchia per tutti, dovunque
io ero la prima ad alzarmi e l’ultima ad andare a dormire
sette giorni la settimana.
Prendevo sempre io il toast bruciacchiato.
E la fetta di torta più piccola.
“Vedo come alcuni tuoi fratelli
trattano adesso le loro mogli
e mi fa star male, perché sono stata io
a insegnarglielo, e hanno imparato.
Hanno imparato che una donna nemmeno
esiste se non per dare.
Eh sì, ogni soldo che riuscivo a risparmiare
andava per i vostri vestiti o i vostri libri,
anche quando non era necessario.
Non ricordo neanche una volta in cui sia andata
in centro a comprare qualcosa di bello
per me.
“Tranne l’anno scorso quando ho preso quel vestito
rosso.
Ho visto di avere venti dollari
che non erano destinati a niente di speciale.
Stavo per spenderli in lavanderia
ma in qualche modo sono tornata a casa con questa
scatolona.
Allora tuo padre me ne ha dette di tutti i colori.
‘Dove ti metterai una cosa del genere: a teatro o cosa?’
E aveva ragione, credo.
Non mi sono mai, tranne in negozio,
messa quel vestito.
“Oh Millie, ho sempre pensato che se non prendi
niente per te in questo mondo
avrai tutto nell’altro. In qualche modo
non ci credo più.
Penso che il Signore voglia che tutti noi abbiamo
qualcosa
qui e ora.
“E ti dico, Millie, se qualche miracolo
potesse farmi alzare da questo letto, potresti cercare
una madre diversa, perché lo sarei.
Oh, ho saltato il mio turno tante volte
che non saprei neanche come fare
ma imparerei, Millie.
Imparerei.”
Era appeso lì nell’armadio
mentre lei moriva, il vestito rosso della mamma,
come uno sfregio nella fila
di vecchi abiti scuri
in cui lei aveva logorato la sua vita.
Le sue ultime parole per me furono queste…
“Fammi l’onore, Millie,
di non seguire le mie orme.
Promettimelo.”
Promisi.
Lei trattenne il respiro
poi per la mamma venne il turno
di morire.
Da “BRODO CALDO PER L’ANIMA 2” di Canfield e Hansen – Milano
Foto web
One Reply to “IL VESTITO ROSSO e… i conti che non tornano di una mamma ”
Bella storia, veramente!