Contro lo strapotere dei ricchi, un argine: LA DEMOCRAZIA

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A Bolzano la percentuale di votanti è calata di otto punti (dal 66% al 58%), a Trento di più di cinque punti: continua il trend negativo degli ultimi anni, in particolare dopo la scalata di Renzi al Pd. Ma al di là di qualche banale risposta a specifiche domande, politici, opinionisti e giornalisti non sono preoccupati: la partecipazione democratica viene in fondo considerata un ostacolo alla governabilità, che poi altro non è che la capacità del potere politico di accontentare in tempi rapidi e senza ostacoli le lobby economiche più influenti e le corporation più ricche, a prescindere dall’approvazione dei cittadini.
Purtroppo la profonda ignoranza storica e culturale dei liberisti, e il fatto che si parlino addosso o fra loro, li porta a credere che la democrazia sia stata imposta dai movimenti socialisti e che, sconfitti questi ultimi, possa essere impunemente revocata.

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La loro idea di democrazia sostanzialmente si riduce alla celebre frase di Churchill, ricco, aristocratico e conservatore, il quale affermò che si trattava della peggior forma di governo con l’eccezione di tutte le altre in precedenza sperimentate. Come se l’unico problema di uno stato fosse assicurare alla classe dirigente il consenso della gente e non assicurare alla gente una classe dirigente adeguata. La democrazia è precisamente il meccanismo che consente il ricambio e il cambiamento: essa non garantisce alcuno specifico risultato ma è l’indispensabile strumento di correzione e adattamento in un mondo complesso e in continua trasformazione come quello attuale; è l’unica procedura che possa fisiologicamente rimediare alla fatale sclerotizzazione dei potenti che si sentano intoccabili.
Occorre evitare che nella loro supponenza e arroganza i liberisti riescano a rendere inoffensiva la democrazia, in Italia e nel mondo. Perché la rigidità che ne seguirebbe provocherebbe crisi che rischierebbero di spazzare via non solo loro ma anche i popoli che non riuscissero a ribellarsi in tempo.

(A chi crede nella democrazia come metodo più che come risultato consiglio il recente libro di Nadia Urbinati, “Democrazia sfigurata. Il popolo fra opinione e verità”, Università Bocconi).

Francesco Erspamer

 Newton (Massachusetts)·

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