Quando l’ansia ti assale e non sai come fare

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Horror vacui: viene così chiamato, fin dal tempo degli antichi romani, il “terrore del vuoto”, dove per vuoto s’intende non uno spazio ma un tempo e uno stato mentale nei quali non accade nulla. Ma la psiche, per natura, ha bisogno di questi momenti di vuoto, ad esempio per tenere lontana l’ansia.Nei tempi passati tale contatto con il vuoto era ricercato e mantenuto – ad esempio, con la meditazione e la preghiera – mentre la civiltà odierna fa di tutto per rimuoverlo: le giornate di molti sono ormai stracolme di ogni genere di attività. I doveri la fanno da padroni, ma c’è anche tutta una serie di bisogni indotti che arrivano ad occupare anche i più piccoli anfratti di tempo.

Il “troppo” che crea ansia

Per capirlo, basta osservare quel che accade quando una persona ha bisogno di un’ora a settimana “in più” per un’attività imprevista. Ben presto si rende conto che quell’ora settimanale, in molti casi, non ci sta, non ha spazio per esistere: c’è il lavoro, i familiari, l’estetista, la palestra, le attività dei figli, l’happy hour, il tempo per gli spostamenti e via dicendo. Insomma prendersi un’ora alla settimana è un’impresa. Figuriamoci, in un contesto come questo, quale spazio può avere il vuoto, tanto necessario alla salute della psiche. Perciò, paradossalmente, la nostra società che affronta l’horror vacui riempiendo ogni momento vuoto, è caduta nel terrore opposto: l’horror pleni, il terrore del pieno, l’angoscia del troppo, cha apre le porte all’ansia.

L’ansia della giornata impossibile che abbiamo davanti

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Si tratta di un’esperienza concreta e dolorosa, come dimostrano alcune forme attuali di ansia, che si manifestano innanzitutto con questa domanda, presente al mattino appena la persona, ancora a letto, apre gli occhi: “Come faccio ad affrontare la giornata?”. Oppure, con questa sensazione paralizzante: “Dio mio! Non ce la farò mai a fare tutte le cose che devo fare!”. E magari, tra queste cose, ci sono anche aspetti piacevoli, diventati un enorme peso perché collocati in un “pieno” che non si regge più. La persona ha il terrore della giornata che ha davanti, ma anche della settimana, e, in fondo, di una vita che non prevede più dei veri vuoti, delle vere pause, perché in realtà anche quelle che ci sono, sono “incastonate” tra un impegno e l’altro. Sembrano dei vuoti, ma sono pieni anch’essi. Pieni della tensione che caratterizza tutta la giornata.

I vasi comunicanti dell’anima

Se vogliamo vincere la “sindrome del troppo pieno” e debellare l’ansia, non possiamo farcela con la stessa mentalità che ci ha fatto riempire tutto il tempo. Quel che serve è un cambio nel modo di abitare il tempo. La nostra natura ha bisogno di vivere gli opposti in modo integrato: se si riempie tutto, la psiche, come nei vasi comunicanti, ci farà tornare al vuoto attraverso depressioni che non ci fanno alzare dal letto, attacchi di panico che ci fanno scappare dagli impegni, angosce e ansie che ci riportano a non fare nulla. L’angoscia per una vita stracolma non può quindi essere sciolta inserendo a fatica piccoli momenti di pausa. È necessario rinunciare all’idea di “fare tutto”, di star dietro a tutto. Siamo abituati, fin da piccoli, a portare ogni giorno un fardello eccessivo – basti ricordare il peso della cartella di scuola! – e non ci rendiamo più conto che potremmo vivere con più leggerezza. Se rinunciamo per davvero all’idea di “fare tutto”, e ci mettiamo semplicemente a fare cose ragionevoli per numero e intensità, la riduzione di impegno sarà già netta. È questa riduzione il vuoto di cui la psiche ha innanzitutto bisogno.

Non muoverti a strattoni

Quando la vita è stracolma, alcuni scoppiano: vorrebbero sparire, mandano tutti a quel paese, immaginano di cambiare tutto, cadono in crisi di pianto e di scoraggiamento. Ma poi ripartono come se niente fosse. Sbottano di nuovo, e di nuovo ripartono. Usciamo da questa altalena e decidiamo seriamente di cambiare lo stile di vita. Una vita più “abitabile” rende l’ansia un ricordo

Evita i farmaci stampella

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La maggior parte degli psicofarmaci vengono assunti per sostenere “vite impossibili”. Se vedi che devi ricorrere alle pillole per andare avanti, fai tutto il possibile per fare cambiamenti che rendano la tua vita più abitabile e sostenibile, invece di diventare farmaco-dipendente. Scoprirai che, quasi sempre, puoi farne a meno e vivere meglio.

Modula la velocità

Si possono fare le stesse cose, anche tante, ma in modo diverso: più calmo e sereno. Ma ciò è possibile solo se rinunciamo alla “monovelocità” e accettiamo di poter avere andature diverse: là dove l’andatura è in vera sintonia con quel che c’è da fare, e non c’è un “di più” aggiunto da noi, l’ansia non compare.

Fonte: http://www.riza.it/psicologia/ansia/4670/sconfiggi-l-ansia …/

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