Quanto è difficile ottenere giustizia in Calabria!

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Quanto è difficile ottenere giustizia in Calabria, soprattutto se si tratta di reati ambientali e a morire sono “solo” gli operai. Ieri i lavoratori dell’ex stabilimento tessile “Marlane” di Praia a Mare, oggi quanti hanno prestato braccia e menti all’ex Montedison di Crotone. Quella fabbrica che doveva portare progresso e ricchezza in una terra tra le più povere del Paese e invece ha portato morte e disperazione tra le famiglie dei lavoratori. Con una beffa comune. Le esalazioni delle polveri di amianto della struttura crotonese come quelle delle ammine aromatiche di Praia a Mare hanno prodotto un risultato simile: nessun responsabile. Non ci sono colpevoli né per quanti hanno causato morte e tumori sul Tirreno cosentino così come nella terra che fu di Pitagora. Prescrizioni e assoluzioni piene per quanto sono finiti nella vicenda dell’ex Montedison, come avvenne qualche mese addietro al processo contro dirigenti e proprietari dello stabilimento della Marzotto. Due colossi – della chimica e del tessile nazionale – contro piccole formiche. Quegli operai che avevano tentato di realizzare il proprio sogno: lavorare nel sud, in Calabria. Senza fare la valigia in cerca di “fortuna” fuori regione come molti altri loro coetanei.

La sentenza di Crotone, come quella di Paola per la vicenda della Marlane, suona così doppiamente beffarda. Uno schiaffo per quelle morti e quei malati rimasti senza colpevoli e per la speranza di chi decide caparbiamente di rimanere a vivere nel Sud, in Calabria. Non con il capello in mano in attesa di sostentamento ma lavorando dignitosamente in una fabbrica del Nord impiantata nella propria regione. Ricevendo in cambio la stessa moneta: nessuna giustizia. Una storia al contrario di Davide e Golia.

Ma si sa vivere – e dunque morire – in una terra del Sud ha un sapore diverso che nel resto del Paese.

di Roberto De Santo

 

Fonte: http://www.corrieredellacalabria.it/index.php/il-blog-della-redazione/item/37763-montedison-e-marlane…/

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