« Io amo questo paese, egli diceva, vi si trova cibo, obbedienza, polli a quattro soldi, donne a cento, e ‘bene Missié’ allo stesso prezzo.
Il solo problema, egli aggiungeva, sono ‘gli antichi fucilieri e i meticci e i letterati che discutono gli ordini e pretendono di farsi eleggere capi del villaggio »
Io non amo quell’Africa .
L’Africa dei « qui »
L’Africa dei « silenzio! »
L’Africa dei « basta! »
L’Africa dei « si » e dei « signorsì ».
L’Africa degli uomini coricati che aspettano come una grazia
la pedata del risveglio.
L’Africa dei mali fluttuanti come bandiere di resa,
della dissenteria, della peste, della febbre gialla e delle cicche.
L’Africa dell’« uomo del Niger »,
l’Africa delle pianure desolate Arate, da un sole omicida,
l’Africa dei perizomi osceni,
e dei muscoli dolenti per il lavoro forzato.
L’Africa delle negre che servono il vino dell’oblio sul vassoio delle loro labbra.
L’Africa dei boys parassiti, delle prostitute di dodici anni,
dei seni dondolanti come papaia troppo matura
e dei ventri rotondi come zucche in periodo di siccità.
Io non amo quell’Africa .
Di Paul Niger – CANTI NEGRI – Sansoni
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