Parco del Pollino – GEOLOGIA

Serra di Crispo

Circa 100 milioni di anni fa l’avvicinamento delle due placche continentali, europea ed africana, provocò un corrugamento del territorio e la lentissima formazione dei rilievi. Più tardi, 5 milioni di anni fa, movimenti contrapposti di distensione determinarono le fratture delle rocce emerse, chiamate faglie, un esempio è la parete meridionale di Timpa Falconara.
L’azione erosiva delle acque ha inciso a fondo le rocce, provocando gole e canyon che caratterizzano le aree più suggestive del parco: le Gole del Lao, della Garavina, del Barile, del Raganello, le cui pareti così alte e così ravvicinate rendono difficile la penetrazione della stessa luce.
L’avvento dei ghiacciai poi, nel corso dell’ultima glaciazione, ha eroso le valli e i pianori di alta quota, definendo l’aspetto delle vette, mentre l’accumulo di enormi masse di ghiaccio ha dato luogo ai circhi glaciali osservabili nel versante settentrionale del Monte Pollino, di Serra del Prete o di Serra Dolcedorme, nella conca della Fossa del Lupo e nel versante meridionale della Mula, dove si possono riconoscere i depositi morenici, cioè il trasporto di pietre e detriti che la lenta fase di ritiro dei ghiacciai ha comportato.
In alcuni casi si sono concentrati ingenti accumuli di materiale, che hanno formato le collinette moreniche, in altri casi il ritiro dei ghiacciai ha abbandonato grandi massi isolati, cosiddetti massi erratici, di cui splendidi esempi possono essere osservati nell’area del Piano di Acquafredda e dei Piani di Pollino.
Anche la presenza del Pino loricato, rappresentante appenninico di una specie rarissima della flora europea, racconta una storia di drammatiche trasformazioni climatiche avvenute in corrispondenza degli ultimi cicli glaciali, quando buona parte dell’Appennino meridionale, povero di foreste di latifoglie era invece ricoperto da una rada boscaglia di pini.

 

http://www.parcopollino.gov.it/index.php/home/geologia1

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