Una brutta bestia: L’ALCOL

 

Benché alla base dell’alcolismo vi sia spesso un disturbo psichiatrico o psicopatologico, le persone che per risolverlo si rivolgono subito allo psichiatra sono un’esigua minoranza. Nella maggior parte dei casi, chi soffre di alcolismo evita di ammettere l’esistenza del problema oppure lo affronta in modo discontinuo, con metodi inadeguati (per esempio, con tentativi di astinenza spontanei o uso di sostanze diverse) e tendenzialmente inefficaci.

Fin dove possibile, gli alcolisti (e, spesso, anche i familiari) cercano di nascondere le difficoltà nel rapporto con l’alcol per non essere stigmatizzati socialmente e non subire discriminazioni sul lavoro. Ciò contribuisce a consolidare la dipendenza da alcol e a renderla più difficile da recuperare.

Disintossicazione e gestione dell’astinenza acuta da alcol

Il trattamento dell’alcolismo è finalizzato alla completa interruzione dell’assunzione di bevande alcoliche a lungo termine. Per essere efficace, deve essere attuato in centri di recupero specialistici e seguito da un periodo di riabilitazione che può durare diversi anni e che, idealmente, dovrebbe coinvolgere anche i familiari. In generale, l’approccio si suddivide in due fasi. La prima è quella della disintossicazione e della gestione dell’astinenza acuta, della durata di 1-2 settimane: in questo periodo, che di norma prevede il ricovero ospedaliero, la persona viene reidratata e nutrita per via endovenosa finché non è di nuovo in grado di alimentarsi normalmente.

Per ridurre l’agitazione possono essere somministrate benzodiazepine, poi scalate gradualmente man mano che la disintossicazione procede e, quindi, sospese. In aggiunta, vengono somministrati supplementi vitaminici del gruppo B (la cui carenza, tipica di chi assume quantità eccessive di alcolici, è all’origine delle complicanze neurologiche dell’alcolismo), folati e sali minerali (in particolare, magnesio, potassio e calcio).

Recupero psicoterapico e supporto farmacologico

Ottenuta la disintossicazione, viene avviato il recupero psicoterapico che, teoricamente, dovrebbe durare almeno sei mesi o un anno. In questa seconda fase, oltre all’analisi delle cause all’origine dell’abuso di alcol e al sostegno/rinforzo della motivazione all’astinenza, possono essere somministrati farmaci. In genere, ci si avvale di antidepressivi della classe degli SSRI per sostenere il tono dell’umore e di altri composti più specificamente indirizzati a ridurre il desiderio di bere e i sintomi dell’astinenza (disulfiram, naltrexone, acamprosato, baclofene, nalmefene). L’insieme di queste terapie permette di controllare il disturbo psichiatrico di base e di facilitare l’adesione al piano di recupero psicoterapico e il reinserimento sociale.

Purtroppo, nonostante un supporto specialistico competente, molte persone dipendenti da alcol non riescono a concludere il programma di recupero, avviando un percorso di ripetute ricadute e nuovi tentativi di cura. Essendo l’alcol una sostanza lecita, non è possibile “obbligare” l’alcolista a curarsi neppure in presenza di un quadro clinico deteriorato. Di fatto, spesso, il primo contatto con un centro di recupero non avviene per volontà dell’interessato, ma a seguito di incidenti stradali, fermi per guida in stato d’ebrezza, atti illeciti o denunce per violenza domestica. Il supporto da parte di familiari e amici e alcune strategie quotidiane possono contribuire a incentivare la motivazione all’astinenza e prevenire le ricadute.

 

 

PREVENZIONE DELLE RECIDIVE

La disintossicazione iniziale dall’ALCOL è soltanto il primo passo, probabilmente il più semplice, sulla strada dell’astinenza a lungo termine. La vera difficoltà è mantenersi lontani dalle bevande alcoliche giorno dopo giorno, nonostante il forte impulso ad assumerle. Per ridurre il rischio di ricominciare a bere può essere utile:

  • non tenere in casa bevande alcoliche di alcun tipo;
  • evitare luoghi e situazioni sociali che espongono al rischio di ricadute a causa della facile accessibilità a bevande alcoliche e dell’invito di altri a bere (bar, pub, feste, cene sociali, manifestazioni con buffet ecc.);
  • entrare in contatto con un gruppo di auto-aiuto, come per esempio quelli organizzati dagli ALCOLISTI ANONIMI(http://www.alcolistianonimiitalia.it/) o dai Gruppi Alcologici Territoriali (http://www.aicat.net);
  • assumere regolarmente i farmaci prescritti dai medici del centro di recupero e continuare con regolarità il follow up con lo psicologo/psichiatra (il tasso di recidive in assenza di un supporto strutturato è del 50-60%);
  • condurre uno stile di vita salutare: dormire a sufficienza (almeno 6-7 ore per notte), praticare attività fisica, seguire un’alimentazione sana e bilanciata, cercare occasioni per rilassarsi e stare in mezzo alla natura.

 

Il ruolo della famiglia per il recupero dall’alcolismo

Il coinvolgimento di uno o più membri della famiglia può essere prezioso per sostenere il recupero dall’alcolismo. La testimonianza del coniuge, di un fratello o una sorella oppure di un figlio già adulto può aiutare i medici a comprendere meglio le aree critiche e i punti di forza dell’ambiente familiare e a sfruttarli in una prospettiva positiva. Inoltre, in virtù della vicinanza, della stretta relazione umana e della presenza costante, il familiare può offrire un fattivo sostegno all’alcolista nel percorso di cambiamento e nel mantenimento dell’astinenza, rafforzandone la fiducia nei momenti più difficili.

D’altro canto, anche i familiari dell’alcolista hanno bisogno di essere aiutati a comprendere il disagio vissuto dal proprio caro e le difficoltà che deve affrontare durante le diverse fasi del recupero, nonché a elaborare la propria sofferenza e i traumi vissuti personalmente a causa di una quotidianità famigliare stravolta dal problema dell’alcol. Per questa ragione, a seconda dei casi e dei contesti, uno o più parenti possono essere coinvolti in sedute psicoterapiche “familiari” oppure essere inseriti in un programma di supporto psicologico indipendente e parallelo a quello seguito dall’alcolista. Anche per i familiari è possibile accedere a gruppi di auto-aiuto e supporto mirato rivolgendosi ad associazioni come Al-Anon/Alateen, “distaccamento” di Alcolisti Anonimi dedicata a coniugi e figli delle persone con problemi di alcolismo.


Fonti

Fonte: http://www.harmoniamentis.it/cont/enciclopedia/contenuti/2930/alcolismo-trattamento-dellalcolismo.asp
Foto RETE

 

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