Un fiore per orologio

 

Carl von Linné, studioso svedese del XVIII secolo noto anche come Linneo, nel corso delle sue passeggiate in mezzo alla natura fece una scoperta emozionante: i fiori delle varie specie aprivano i loro petali in diverse ore del giorno, e con una certa affidabilità, al punto da avvicinarsi alla precisione degli orologi delle torri campanarie dell’epoca.

Cosa c’era dunque di più naturale che radunare le più svariate piante da fiore in un orologio verde? E così Linneo realizzò un’aiuola particolare nel giardino botanico di Uppsala, disponendo le piante come in un quadrante e suddividendo l’aiuola in dodici segmenti. Ognuna schiudeva i propri fiori all’ora prevista, e per i passanti era quindi facile leggere l’ora.

In realtà l’orologio non aveva funzionato del tutto come previsto, poiché dopo qualche settimana le piante sfiorivano e dovevano essere sostituite in continuazione. Inoltre alcuni esemplari portati in città dalla montagna si comportavano in modo completamente diverso, poiché il clima era più. mite. Ciononostante il principio è affascinante e, anche senza disporle a forma di orologio, potete stabilire che ore sono osservando le vostre piante perenni e officinali.

Ecco che per esempio i fiori delle zucche e delle zucchine iniziano a schiudersi già alle 5 del mattino. La calendula apre i suoi petali a partire dalle 8, seguita alle 9 dalla margherita. Quando verso mezzogiorno il Sole è esattamente a sud, i fiori del genere Delosperma si aprono. Fra le 14 e le 15 i fiori del tarassaco si ripiegano, e verso le 15 si chiudono quelli di zucchine & Co. Alle 18 anche il papavero chiude bottega.

Ma perché le piante si prendono la briga di fiorire in momenti diversi? Per via degli insetti impollinatori che devono riuscire a consumare tutta l’offerta. Nell’ora di punta, quando molti fiori sono aperti, api e bombi non riescono a visitare tutte le piante, per cui certe infiorescenze resterebbero a bocca asciutta. E quindi meglio offrire nettare e polline prima o più tardi nell’arco della giornata, quando gli altri concorrenti dormono: in questo modo aumentano le probabilità di venire impollinati. Anche le api ne traggono vantaggio, dato che così possono ammortizzare meglio l’offerta e immagazzinare più scorte. Una quantità maggiore di provviste significa anche un aumento del numero di nuovi nati, che a loro volta incrementeranno le probabilità di impollinazione.

Alcuni ricercatori dell’università di Gottinga hanno scoperto che anche gli orologi floreali possono restare indietro, e da quanto riferiscono, nel fenomeno sono coinvolte pure le api. Se questi insetti impollinano i fiori, questi ultimi si chiudono puntualmente.

Ma se la visita da parte delle api non ha luogo, i fiori prolungano l’orario di apertura nella speranza di essere impollinati. Se quindi in giardino vi capita di notare spiccate deviazioni dal normale ritmo dell’orologio floreale, può darsi che nei dintorni vi sia una carenza di apicoltori e di api selvatiche. Potete porre rimedio alla situazione costruendo un rifugio per insetti oppure favorendo l’insediamento di una colonia di api nel vostro giardino.

Fonte: Peter Wohlleben, “L’orologio della natura”, Gruppo Macro

Foto: RETE

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