La tradotta che parte da Torino

La prima guerra mondiale, la “grande guerra”, oltre ad essere stata il più vasto conflitto della storia con 16 milioni di vittime [Verrà a breve la seconda e la macelleria sarà ancora più terribile], è anche stata la prima vera esperienza della “società di massa” che ha caratterizzato il Novecento.

Per la prima volta nelle trincee si familiarizza e solidarizza con persone con cui si condivide poco altro che la condizione di combattenti per una guerra ingiusta e imperialista. Ma si condivide anche il rifiuto della guerra, della trincea, della leva obbligatoria e in genere del combattere per gli interessi di altri. (ildeposito.org)

La tradotta che parte da Torino

a Milano non si ferma più

ma la va diretta al Piave,

cimitero della gioventù.

Siam partiti in ventisette,

solo in cinque siam tornati qua.

E gli altri ventidue?

Sono morti tutti a San Donà.

A Nervesa c’è una croce,

mio fratello è sepolto là.

Io c’ho scritto su Ninetto,

che la mamma lo ritroverà.

Cara  suora son ferito,

a domani non c’arrivo più.

Se non c’è qui la mia mamma,

un bel fiore me lo porti tu.

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