Anni Cinquanta, vicino al negozio di Giovannino Aronne.
Quest’angolo u Chianitto era un luogo dove trovarsi. Le botteghe di zio Domenico e di Giovannino funzionavano da richiamo. Ogni tanto si mandava giù un boccone e si beveva un bicchiere. Senza dimenticare la cura degli affari e il piacere di chiacchierare.
In questo angusto budello dietro la chiesa c’era vita. In poco spazio c’erano le botteghe di Vittorio e Giovannino Aronne, di Domenico Giannotti e Giuseppe Cosentino; più avanti le falegnamerie di Giovanni Iannuzzi e Nino Corrado, la cantina di Ciccillo, e poi la sacrestia, dove si ritrovavano ragazzi e giovani e, il giorno dei morti, i fedeli portavano offerte in memoria dei loro cari (fagioli, grano, ceci …)
Ora porte sprangate. Tutto è ammutolito.
Questa foto ricorda quel tempo e quella vita. Un attimo strappato al fluire delle cose e degli anni
I signori sono tanti. Di ognuno se ne coltiva il ricordo.
A me intenerisce quella bambina sulla sinistra, che guarda incuriosita. Chissà la vita cosa le avrà riservato!
4 Replies to “CHIANITTO”
Per quella bimba ho avuto il tuo stesso pensiero. Non dimenticare che ti controllo.
Egregio Prof. Vincenzino,
conoscendo il suo animo nobile e la composta ironia, le mando questo link con una composizione del Marchese di Caccavone: A CUNFESSIONE ‘E TANIELLO.
Lei saprà apprezzarla e le procurerà diletto nel condividerla con amici e conoscenti. Si raccomanda solo di valorizzare la cadenza napoletana, perchè ne avrà beneficio il valore poetico del testo.
Con i migliori ossequi
http://orsomarsoblues.it/2018/10/raffaele-petra-marchese-di-caccavone-a-cunfessione-e-taniello/
Ricordando Ungaretti:..Ma nel cuore nessuna croce manca.
Caro Vincenzino, hai ragione.
E andando avanti con gli anni le croci si moltiplicano.
Un abbraccio