PARMARIJA – Marito e moglie nella botte

C’erano una volta un marito e una moglie i quali erano tanto poveri, che vivevano in una botte. Un giorno si presentò un uccello e cominciò a parlare con la donna. Le disse che lì vicino c’era una casuccia disabitata. Disse e sparve.  La donna pensò subito a un miracolo del cielo; s’inginocchiò e ringraziò Dio. Appena rientrò il marito, gli raccontò dell’uccello che le aveva parlato come un uomo.

Il marito le disse:

“La debolezza a causa della fame ti fa vedere fantasmi!”

“Ma è vero, è vero!” gli ribattè la moglie.

Litigano su questo, ma alla fine decidono di andare a vedere se davvero c’è la casuccia di cui aveva parlato l’uccello. Ci vanno e trovano la casuccia disabitata. Sgranano gli occhi dalla grande sorpresa. S’inginocchiano e ringraziano Dio… Si sistemano allegramente nella casuccia e vivono come se fossero nel palazzo del re.

Una mattina ritornò l’uccello e disse alla donna:

“Vedi che io non scherzavo?”

E la donna disse all’uccello:

“Voi sicuramente siete un angelo del cielo. Ditemi, angelo mio, il vostro nome, perché io voglio accendere un lume in vostro onore.

“Lascia andare! ” — disse l’uccello —. Mi sono impietosito della vostra miseria e vi sono venuto in aiuto. Quando avete bisogno di me, chiamatemi. Gridate per tre volte: Spennacchiato, Spennacchiato, Spennacchiato! Io correrò da dovunque mi trovi, per sapere cosa volete.

C’era anche il marito, stavolta, il quale era più stupefatto della moglie.

Per non portarla alle lunghe, dopo pochi giorni i due coniugi si dissero:

“Questa casa è assai piccola e assai povera per noi. Chiamiamo Spennacchiato.”

Chiamarono Spennacchiato; e Spennacchiato arrivò come una freccia.

“Cosa volete?” domandò.

“Sentite, angelo custode nostro, questa casa è tanto piccola e tanto povera. Ne vorremmo un’altra più bella e più grande.”

Spennacchiato mosse due volte le ali e apparve una palazzina meravigliosa parecchio più bella e più ricca della casa dei signori.

“Ora sistematevi qui e state tranquilli,” disse a loro l’uccello; e sparve prima che marito e moglie avessero il tempo di ringraziarlo. Si sistemarono in quella magnifica palazzina e vivevano come un re e una regina.

Una domenica andarono alla fiera. Videro una bella carrozza tirata da quattro cavalli bianchi. La moglie disse al marito:

“Io non ce la faccio più a camminare a piedi. Voglio la carrozza anch’io.”

Il marito era più modesto e le disse:

“Ricordati di quando stavamo nella botte… Stai attenta, la vanagloria si paga».

“Voglio la carrozza anch’io,” ribattè la moglie e chiamò Spennacchiato che arrivò come un baleno e domandò cosa volessero.

“Vogliamo una carrozza bella e dorata tirata da quattro cavalli bianchi”, disse la donna.

E subito ci fu la bella carrozza tirata da quattro gagliardi cavalli bianchi.

Si davano tanta boria a viaggiare in quella carrozza. Andarono in città e tutti si giravano, per vedere chi fossero quei grandi signori. S’imbatterono nella carrozza del re e della regina seguita da una lunga fila di carrozze con gala e con pompa.

“Ah, — fece la moglie, — anch’io voglio questa gala e questa pompa!”

“La vanagloria si paga! — l’avvisò il marito. — Ricordati della botte; ricordati di quand’eravamo tanto poveri!”

Ma sua moglie era ormai fuor di sé. Chiamò Spennacchiato e gli disse:

“Io voglio diventare regina.”

E subito diventa regina e suo marito re. Avevano, si capisce, gli onori di un re e di una regina. Ma neanche stavolta furono contenti della loro buona sorte. Chiamarono Spennacchiato.

“Io voglio diventare potente quanto il papa,” gli disse la donna.

“Ed io potente come il Padreterno,” gli disse il marito accecato anche lui dalla potenza che già aveva.

“Ah sì!” esclamò l’uccello, e con due colpi di ala li fece ritornare nella botte poveri e affamati come prima.

“Ogni cosa ha il suo limite. Le cose giuste piacciono a tutti, le stolte spiacciono a Dio e anche al diavolo. Voi due siete ingordi. Imparate a campare col sudore della vostra fronte,” disse e sparve, e stavolta per sempre.

Da MITI, RACCONTI E LEGGENDE DI CALABRIA, di S. Strati . Gangemi

Foto RETE

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