Perdute le tracce delle lauree eremitiche e delle cappelle rupestri, distrutti i cenobi illustri per sapienza e autorità religiosa, i contrassegni della presenza bizantina si conservano nell’architettura di alcune chiese.
Si tratta di edifici databili ad un periodo compreso tra l’XI e il XVI secolo, dove vengono adottati alcuni elementi tipici dell’edilizia religiosa orientale importati nel Meridione d’Italia dai monaci basiliani che attestano il perdurare dell’influenza culturale di Bisanzio anche molto dopo la fine del suo predominio politico.
E’ in particolare il motivo della cupola, impostata con limpida geometria su un tamburo cilindrico o quadrato ed avvolta da anelli di tegole a rastremazioni successive, a riproporre una matrice stilistica comune e quindi una continuità ideale tra edifici tra loro diversi per cronologia, ruolo e persine rito.
Questo particolare tipo di cupola si ritrova infatti tanto nelle chiese di S. Teodoro a Laino Castello e di S. Spirito a Laino Borgo e nelle più modeste cappelle della Madonna di Costantinopoli a Noepoli e della S.S. Trinità a Viggianello, tutte di rito latino, quanto nella chiesa di S. Pietro a Frascineto e nel Santuario di S. Maria della Stella a S. Costantino Albanese, ambedue di rito greco ortodosso.
Il rito greco ortodosso si è perpetuato fino ad oggi sul Pollino grazie alla presenza secolare di gruppi etnici albanesi innestatisi facilmente, per affinità religiosa e culturale, sull’eredità del mondo bizantino ancora viva e percepibile al momento del loro arrivo dalla Morea nel XVI secolo.
Direttamente all’architettura religiosa di questa penisola si ispirano le forme del Santuario di S. Maria della Stella, situato nella campagna di S. Costantino Albanese, che i profughi costruirono subito dopo la scelta della loro definitiva sede sulle sponde del Sarmento utilizzando ciò che restava di un complesso monastico basiliano. Delle strutture ormai fatiscenti di questo edificio si conserva il tratto più significativo, la cupola a calotta con tetto a gradinate poggiante su tamburo quadrato, riccamente decorata nel corso del ‘600 con affreschi attribuiti a Belisario Corinzio
Da PAESAGGI, STORIE E CULTURE DEL POLLINO LUCANO, di Giuliana Campioni – Franco Angeli
Foto RETE
Articoli correlati