Russell: “L’uomo ha paura del pensiero”

L’uomo ha più paura del pensiero che di ogni altra cosa al mondo: più della propria rovina, persino più della morte. Il pensiero è sovversivo e rivoluzionario, distruttivo e terrificante; il pensiero è implacabile nei confronti del privilegio, delle istituzioni ufficiali, delle comode abitudini; il pensiero è anarchico e senza legge, indifferente all’autorità, incurante della ben collaudata saggezza del passato. Il pensiero affonda lo sguardo nell’abisso dell’inferno e non se ne ritrae spaventato. Il pensiero vede l’uomo, debole frammento, immerso in oceani senza fondo di silenzio; e tuttavia non rinuncia al proprio orgoglio, e resta impassibile come se fosse il signore dell’universo. Il pensiero è grande, veloce e libero, è la luce del mondo, è la suprema gloria dell’uomo.

Ma, perché il pensiero divenga possesso di molti, anziché privilegio di pochi, dobbiamo farla finita con la paura. È la paura a impastoiare gli uomini: il timore che le loro amate credenze si rivelino illusorie, che le istituzioni grazie alle quali campano si dimostrino dannose, che essi stessi si manifestino meno meritevoli di rispetto di quanto non avessero supposto.

«È ammissibile che il lavoratore abbia atteggiamenti da libero pensatore nei confronti della proprietà? E che cosa ne sarà di noi, i ricchi?

È ammissibile che il giovane la pensi liberamente in materia di sesso? E che ne sarà della morale?

È ammissibile che i soldati la pensino liberamente in merito alla guerra? E che ne sarà della disciplina militare?

Facciamola finita con il pensiero! Si rientri nelle tenebre del pregiudizio, per tema che la proprietà, la morale e la guerra siano messe a repentaglio! Piuttosto che i loro pensieri siano liberi, è meglio che gli uomini siano stupidi, infingardi, tiranni. Infatti, se i loro pensieri fossero liberi, non penserebbero come noi, e questa calamità deve essere evitata a ogni costo.»

Così ragionano, nelle profondità inconsce del loro animo, gli avversari del pensiero, e così agiscono nelle loro chiese, nelle loro scuole, nelle loro università.

Da Principi di riforma sociale, diBertrand Russell- Newton Compton

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