PARCO DEL POLLINO – Orsomarso: Chiesa S.G. Battista

PARCO DEL POLLINO  – ORSOMARSO:   Chiesa  S.G. Battista e  Piazza Municipio

 

Le origini di Orsomarso sono molto antiche, probabilmente risalgono a epoca romanica, non come nucleo abitativo, ma come fortezza militare posta a difesa di insediamenti romanici ubicati lungo la valle del fiume Lao. Come per i ritrovamenti effettuati nella grotta del Romito, nei pressi di Papasidero, non è improbabile che anche ad Orsomarso abitassero gruppi sparsi di uomini preistorici. La valle del Lao è stata attraversata da Ausoni, mercanti e navigatori Achei, Etruschi e Greci e non è da escludersi che tali passaggi abbiano interessato anche la parte interna e quindi la zona di Orsomarso. Nel 389 in località Piano dei Morti si svolse una dura battaglia con la sconfitta dei Turini ad opera dei Sibaritici. L’impronta romanica sembra averla la colonna mozza posta dietro la chiesa del SS. Salvatore, quale basamento sacrificale. Altro reperto è invece, la colonna tortile che si trova all’entrata della porta posteriore della stessa chiesa e nel portale romanico di base e nei disegni bizantini scolpiti sopra la colonna. Notizie certe di Orsomarso si hanno però dopo l’anno 1000. Centro romanico di notevole importanza per gli scambi commerciali prima e per il monachesimo basiliano poi, era la zona di Mercure. Il nome deriva dal dio Mercurio, in seguito con l’avvento dei Monaci Basiliani, si trasformò in “Mercurion”. Questa zona è stata visitata da Santi importanti quali S. Nilo, S. Leone Luca, S. Saba, S. Primo, S. Fantino il Giovane, S. Macario, nel corso del X secolo, durante le incursioni saracene nell’interno, precisamente alla confluenza dei fiumi “Argentino” e “Porta La Terra”, durante le lotte fra Gotici e Bizantini per la difesa delle abbazie di Monaci Basiliani, sorse una fortezza: uno dei suoi comandanti fu Ursus Martius (Orso Marso) da cui derivò il nome del borgo che sorse intorno alla stessa fortezza. L’abitato si è sviluppato non in modo graduale, ma a piccoli nuclei intorno a monasteri o palazzi. Nel Medioevo e nei secoli successivi, in seguito al recupero culturale del Monachesimo Bizantino, la terra di Orsomarso ebbe alterne vicende. Sequestrata a Barnaba Sanseverino, conte di Lauria, nel 1498, fu venduta da Federico II a Perrotto Bisach che lo donò in dote alla figlia Barbara. Nel 1538 Barbara porta in dono il feudo al conte Silvestro Tomacello Ferrante di Alarçon, marchese di Rende. Nel 1613 il feudo di Orsomarso, insieme con il feudo di Abatemarco, viene venduto dai Sanseverino a Gianpietro Greco. Nel 1640 fu degli Ametrano. Nel 1668 il feudo va in proprietà ad Andrea I Brancati di Napoli. Il Castello baronale, posto sotto l’orologio e le mura perimetrali, furono anche l’abitazione residenziale della famiglia Brancati. Il feudo dei Brancati venne dato in fitto al duca di Giovene e da questo a don Nicola Cavalcanti, marchese di Verbicaro. Con la fine del feudalesimo, Orsomarso prese parte attiva alle battaglie e lotte risorgimentali, dopo aver subito atroci rappresaglie da parte del comandante borbonico Necco. Nella cartografia e nella toponomastica Orsomarso compare come Abystrum, Ursentum, Ursa e Orso, Urso Morso, Ursomarso, Orsomarso. Abystrum è la prima denominazione data nelle sue carte da Tolomeo nel II sec. d.C. Urso Marso, di Ursomarso di evidente vicinanza all’attuale denominazione di Orsomarso, è l’indicazione che ci deriva dalla rivelazione del luogo di conventi o di un importante centro religioso e di una chiara e definitiva identificazione del feudo di Orsomarso. 95 Fonte ISTAT ’91

Da parcopollino.it

 

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