Questi carissimi vecchietti, tra i quali c’è anche mio nonno Salvatore, raccontano di un’epoca che non c’è più.
Il piacere di ritrovarsi, di chiacchierare o, come in questo caso, di mangiare assieme una fetta di melone offerta da Giovanni Gianneo, faceva di quell’angolo un luogo dove condividere scampoli di umanità.
La Piazza allora era veramente il cuore del paese. Oggi è spazio per le macchine; si riempie solo nelle feste.