“LA COLLINA DEL VENTO” di Carmine Abate

Impetuoso, lieve, sconvolgente: è il vento che soffia senza requie sulle pendici del Rossarco, leggendaria, enigmatica altura a pochi chilometri dal mar Jonio. Il vento scuote gli olivi secolari e gli arbusti odorosi, ulula nel buio, canta di un antico segreto sepolto e fa danzare le foglie come ricordi dimenticati.
Proprio i ricordi condivisi sulla “collina del vento” costituiscono le radici profonde della famiglia Arcuri, che da generazioni considera il Rossarco non solo luogo sacro delle origini, ma anche simbolo di una terra vitale che non si arrende e tempio all’aria aperta di una dirittura etica forte quanto una fede.
Così, quando il celebre archeologo trentino Paolo Orsi sale sulla collina alla ricerca della mitica città di Krimisa e la campagna di scavi si tinge di giallo, gli Arcuri cominciano a scontrarsi con l’invidia violenta degli uomini, la prepotenza del latifondista locale e le intimidazioni mafiose. Testimone fin da bambino di questa straordinaria resistenza ai soprusi è Michelangelo Arcuri, che molti anni dopo diventerà il custode della collina e dei suoi inconfessabili segreti.
Ma spetterà a Rino, il più giovane degli Arcuri, di onorare una promessa fatta al padre e ricostruire pezzo per pezzo un secolo di storia familiare che s’intreccia con la grande storia d’Italia, dal primo conflitto mondiale agli anni cupi del fascismo, dalla liberazione alla rinascita di un’intera nazione nel sogno di un benessere illusorio.
Carmine Abate dà vita a un romanzo dal ritmo serrato e dal linguaggio seducente, che parte da Alberto, il tenace patriarca, agli inizi del Novecento, passa per i suoi tre figli soldati nella Grande Guerra e per tutte le sue donne forti e sensuali, e giunge fino a Umberto Zanotti-Bianco, all’affascinante Torinèsia e all’ultimo degli Arcuri, uomo dei nostri giorni che sceglie di andare lontano. La collina del vento è la saga appassionata e coinvolgente, epica ed eroica di una famiglia che nessuna avversità riesce a piegare, che nessun vento potrà mai domare.

 

Così la stampa

“Sono le vicende aspre e spesso luttuose di una famiglia epocale, quelle che ci racconta Abate con il fervore profumato di mare e di vento che emana da pagine bellissime, dense di poesia. Un romanzo che cresce, palpita e matura nelle parole innamorate di un narratore appassionato e sincero.”
Sergio PentLa Stampa TTL.

“Un libro epico e corale, tra i migliori scritti in questi anni.”
Roberto CarneroFamiglia Cristiana

“Il romanzo di Abate è uno scavo archeologico nella memoria, il disvelamento, strato dopo strato, di segreti nascosti. Abate, […] a differenza di tanta narrativa italiana contemporanea, non si compiace della circumnavigazione del proprio ombelico e costruisce una vicenda dal sapore epico-elegiaco che percorre, attraverso la guerra e il fascismo, un secolo di storia italiana. Giudizio: Ottimo.”
Giorgio IeranòPanorama

“Carmine Abate è uno dei nostri migliori scrittori… ben noto ai lettori forti che sanno di poter aprire ogni suo nuovo romanzo senza delusioni.”
Angiola Codacci PisanelliL’Espresso

„Saga di una famiglia, ma anche storia del Novecento … grazie alla consolidata capacità di affabulazione del suo autore si fa leggere con sottile piacere. Tiene compagnia. Con la pienezza umana dei suoi personaggi, con la bellezza di quelli femminili, i colori e i profumi dei paesaggi, la suggestione dei segreti che alimentano la suspense. Ma soprattutto con l’essenzialità densa di una scrittura semplice e autentica. Epica e sapienziale.“
Mariapia BonanateVivere

 

„Un testo dai tanti risvolti, dagli innumerevoli suggerimenti, fra una sfilata di personaggi concreti che evocano ombre e ombre che bussano forte, prese dal desiderio di un gran finale… E il gran finale arriva.“
Giuseppe AmorosoLa Gazzetta del Sud

 

„In un intreccio sapiente dei diversi piani temporali, la memoria si confronta di continuo con la forza dei paesaggi naturali e dell’anima, della bellezza avvertita con intensità lirica e poetica. Il ritmo è rapsodico e avvincente; la lingua plastica, ricca di dialettismi ma rifusi naturalmente nell’italiano… La collina del vento … è un’interrogazione sul senso stesso del nostro stare al mondo, sul succedersi delle generazioni e sul desiderio che ognuno di noi ha di non perire nel nulla della smemoratezza.“
Daniela MarcheschiIl Sole24ore

 

„Il Novecento visto da una collina calabrese attraversata da quattro generazioni. … un affresco familiare dal ritmo crescente … che, partendo anche da spunti autobiografici, sfocia in un tono tra l’epico e il domestico affascinante.“
Alessandro BerettaIl Corriere della Sera.

 

Da carmineabate.net

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