VIVA L’ITALIA – 2 agosto 1980, STRAGE A BOLOGNA

Strage di Bologna del 2 agosto 1980.  Per non dimenticare

Strage di Bologna del 2 agosto 1980. Per non dimenticare

La strage di Bologna, compiuta la mattina di sabato 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria di Bologna, è uno degli atti terroristici più gravi avvenuti in Italia nel secondo dopoguerra. Come esecutori materiali furono individuati dalla magistratura alcuni militanti di estrema destra, appartenenti ai NAR, tra cui Giuseppe Valerio Fioravanti. La strage uccise 85 persone e ne ferì oltre 200

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VIVA L’ITALIA

Viva l’Italia, l’Italia liberata,
l’Italia del valzer, l’Italia del caffè.
L’Italia derubata e colpita al cuore,
viva l’Italia, l’Italia che non muore.

Viva l’Italia, presa a tradimento,
l’Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
viva l’Italia, l’Italia che non ha paura.

Viva l’Italia, l’Italia che è in mezzo al mare,
l’Italia dimenticata e l’Italia da dimenticare,
l’Italia metà giardino e metà galera,
viva l’Italia, l’Italia tutta intera.

Viva l’Italia, l’Italia che lavora,
l’Italia che si dispera, l’Italia che si innamora,
l’Italia metà dovere e metà fortuna,
viva l’Italia, l’Italia sulla luna.

Viva l’Italia, l’Italia del 12 dicembre,
l’Italia con le bandiere, l’Italia nuda come sempre,
l’Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
viva l’Italia, l’Italia che resiste.
F. De Gregori

Indagini giudiziarie

Nell’immediatezza dell’attentato la posizione ufficiale sia del Governo italiano, allora presieduto dal Senatore democristiano Francesco Cossiga, che delle forze di polizia fu quella dell’attribuzione dello scoppio a cause fortuite, ovvero all’esplosione di una vecchiacaldaia sita nel sotterraneo della stazione; tuttavia, a seguito dei rilievi svolti e delle testimonianze raccolte sul luogo dell’esplosione, apparve chiara la natura dolosa dell’esplosione, rendendo palese una matrice terrorista, che contribuì ad indirizzare le indagini nell’ambiente del terrorismo nero. Molti anni dopo, ricordando l’ipotesi della caldaia, il magistrato Libero Mancuso ebbe a dire in un’intervista televisiva che i depistaggi erano già iniziati poche ore dopo la strage.

L’Unità, nell’edizione del 3 agosto, attribuiva la responsabilità dell’attentato all’area fascista.[senza fonte]

Già il 26 agosto 1980 la Procura della Repubblica di Bologna emise ventotto ordini di cattura nei confronti di militanti di estrema destra dei Nuclei Armati RivoluzionariRoberto Fiore e Massimo Morsello (futuri fondatori di Forza Nuova), Gabriele AdinolfiFrancesca MambroElio GiallombardoAmedeo De FrancisciMassimiliano FachiniRoberto Rinani,Giuseppe Valerio FioravantiClaudio MuttiMario CorsiPaolo PizzoniaUlderico SicaFrancesco BiancoAlessandro PucciMarcello IannilliPaolo SignorelliPierLuigi ScaranoFrancesco FurlottiAldo SemerariGuido ZappavignaGianLuigi NapoliFabio De Felice,Maurizio Neri. Vengono subito interrogati a Ferrara, Roma, Padova e Parma. Tutti saranno scarcerati nel 1981.

Fasi principali del processo:

  • 19 gennaio 1987: inizio del processo di primo grado
  • 25 ottobre 1989: inizio del processo d’appello
  • 18 luglio 1990: pronuncia della sentenza, gli imputati sono tutti assolti dall’accusa di strage
  • 12 febbraio 1992: le Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione dichiarano che il processo d’Appello dev’essere rifatto, in quanto la sentenza viene definita illogica, priva di coerenza, non ha valutato in termini corretti prove e indizi, non ha tenuto conto dei fatti che precedettero e seguirono l’evento, immotivata o scarsamente motivata, in alcune parti i giudici hanno sostenuto tesi inverosimili che nemmeno la difesa aveva sostenuto
  • ottobre 1993 inizia il secondo processo d’appello
  • 16 maggio 1994: pronuncia della sentenza che conferma l’impianto accusatorio del processo di primo grado
  • 23 novembre 1995: pronuncia della sentenza della Corte di Cassazione che conferma quella del secondo processo d’Appello.

Depistaggi e disinformazione

Licio Gelli, Maestro Venerabile dellaloggia massonica P2, condannato per il depistaggio delle indagini

Vi furono svariati episodi di depistaggio, organizzati per far terminare le indagini, dei quali il più grave è quello ordito da parte di alcuni vertici dei servizi segreti del SISMI, tra i qualiPietro Musumeci e Giuseppe Belmonte (affiliati alla loggia P2), che fecero porre in un treno aBologna, da un sottufficiale dei carabinieri, una valigia piena di esplosivo, dello stesso tipo che fece esplodere la stazione, contenente oggetti personali di due estremisti di destra, un francese e un tedesco. Musumeci produsse anche un dossier fasullo, denominato “Terrore sui treni”, in cui riportava gli intenti stragisti dei due terroristi internazionali in relazione con altri esponenti dell’eversione neofascista, tutti legati allo spontaneismo armato, senza legami politici, quindi autori e allo stesso tempo mandanti della strage.

General view of Bologna Central station

Francesco Cossiga, il 15 marzo 1991, al tempo della sua presidenza della Repubblica, affermò di essersi sbagliato a definire “fascista” la strage alla stazione di Bologna e di essere stato male informato dai servizi segreti. Attorno a questa strage, come era già avvenuto per la Strage di piazza Fontana nel 1969, si sviluppò un cumulo di affermazioni, controaffermazioni, piste vere e false, tipiche di altri tragici avvenimenti della cosiddettastrategia della tensione.

Da it.wikipedia.org

Foto web

 

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