DA Gualtièri.
VARIANTI: Gualtièro, Gualdièri e Gualdièro, Galtièri, Valtièri e Valtèr.
ALTERATI: Gualtieròtti.
ABBREVIATI: Tièri e Tièro, Tèri.
Diffuso in tutta l’Italia ma frequente solo in Campania e Calabria, dove sono proprie le forme Gualdièri, Gualteri e Tieri; Valtèr è veneto.
Alla base è il nome di origine germanica Gualtiero adattamento di un personale “Waldhari (formato da *waldaz- “potente; capo, comandante” e “haria- “esercito, popolo in armi”, con il significato originario, quindi, di “potente nell’esercito” o “capo dell’esercito”), che in Italia riflette, per il passaggio di d a t davanti a h e la metafonia palatale di -ari in -(i)èri, una tradizione francone (e le documentazioni sono appunto di età franca, tra il IX e l’XI secolo; Vualterius, Walterius, Gualterius’, la forma dei documenti longobardici, dal VI all’VIII secolo, è invece Waltarius Gualtarius, e solo nel 771 appare a Brescia un Valterius).
Sulla diffusione del nome ha certamente influito, anche attraverso l’epica, l’antico francese Galtier e Gautier.
EMIDIO DE FELICE
In “I cognomi d’Italia” – Epoca