QUESTO C’E’ O CI FA? Armi chimiche siriane, Lupi shock: “Dobbiamo essere orgogliosi di smaltirle in Calabria”

Il ministro Lupi

Il ministro Lupi


E alla fine il ministro Maurizio Lupi ruppe il ghiaccio. Lo ha fatto oggi, comunicando dal suo blog quale sarà il destino delle armi chimiche che approdano in queste ore sulle nostre coste, a bordo di un bastimento danese stipate in 1.500 container. Verranno smaltite a Gioia Tauro, in barba alle proteste -sempre più forti e numerose – delle comunità locali e dei sindaci della zona: “Smaltire le armi chimiche un tempo usate da Assad in Siria a Gioia Tauro? Dovremmo esserne orgogliosi – ha scritto Lupi – perchè questo porto è un’eccellenza italiana che gestisce praticamente ogni giorno prodotti chimici di questo tipo.” Ed è vero: nel solo 2013 le sostanze chimiche pericolose, smaltite in quella “discarica” tossica che sta diventando il nostro Paese, ammontano a quasi 30.000 tonnellate, cui si aggiungeranno le 600 tonnellate di armi chimiche provenienti dalla Siria. Ma c’è un problema che Lupi non sembra volersi porre ed è quello dell’impatto di questi rifiuti altamente tossici sulla salute dei cittadini e sull’ecosistema.

A questo riguardo le parole dal capo dell’Opac (l’Organizzazione per la proibizione delle Armi Chimiche), Ahmet Uzumcu, non riescono affatto a cogliere l’obiettivo di essere rassicuranti: “E’ stata presa ogni misura possibile per uno stoccaggio sicuro – ha dichiarato il diplomatico turco nel ringraziare l’Italia per la disponibilità ad offrire un porto in cui “distruggerle – i rischi sono molto evidenti e abbiamo preso tutte le misure per ridurli al minimo”. 

Ma dove verranno esattamente “sotterrate” queste armi chimiche visto che, come avverte l’Opac, calarle in mare è proibito dalla convenzione sulle armi chimiche? Non è ancora chiaro ma qualche ipotesi (non ancora verificata), comincia a farsi strada: fonti locali paventano la possibilità che possano essere “sotterrate” nell’ex Base Militare USAF (foto in basso),  situata a 1800 metri sul livello del mare, sulla cima del monte Nardello,  nel Comune di Roccaforte del Greco, nel cuore del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Speriamo che queste voci vengano smentite. In ogni caso, c’è poco da stare sereni.

Foto web

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