QUANTO VALE IL MEZZOGIORNO? PER LA LEGGE IL 45% PER LE FERROVIE IL 12,6%

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L’obiettivo medio per le aziende pubbliche italiane è di investire per legge (tra incentivi e infrastrutture) il 45% nel Mezzogiorno. Il dato è elevato perché serve, nelle intenzioni, a riequilibrare il divario Nord-Sud ed è quindi superiore sia alla superficie del Mezzogiorno (che è il 40,8%) sia alla popolazione (pari al 34,3%), sia alle tasse pagate dai meridionali (che sono il 24,5% e cioè in linea con la ricchezza prodotta). Ma tale obiettivo è rispettato? Dall’Anas e dall’Enel sì. Meno dall’Eni e dalle Poste. Molto meno da aziende ex Iri come Alitalia, Finmeccanica, Fintecna e Rai. Per niente dalle Fs.

Secondo l’ultimo aggiornamento dei Conti pubblici territoriali, le Ferrovie nel 2010 avevano destinato al Mezzogiorno appena il 22,1% degli investimenti e cioè la metà dell’obiettivo e meno persino delle tasse pagate dai meridionali. Ma con la crisi quel 22,1% deve essere apparso un lusso e così nel 2011 la quota è scesa al 13,7% e nel 2012 addirittura al 12,6%. Quindi i meridionali contribuiscono alla cassa comune per il 24,5% e ricevono in Ferrovie il 22,1% quando va bene e il 12,6% quando va male. La fonte dei dati è pubblica, ma non fa titolo nei telegiornali.

Di Marco Esposito

Fonte: www.facebook.com/photo.php?fbid=749812551730526&set=a.496736443704806.119074.493949357316848&type=1&theater

Foto web

http://www.dps.gov.it/opencms/export/sites/dps/it/documentazione/politiche_e_attivita/CPT/BD_CPT/2014/Quote_enti_SPA_2014.pdf

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