La leggenda del crisantemo

 

Un fiore che in tutto il mondo è considerato simbolo di bene, di gioia e prosperità, in Italia, invece,  è associato a contesti tristi, al lutto e soprattutto è simbolo del 2 novembre (Commemorazione dei defunti).

La domanda sorge spontanea, come mai noi italiani ci distinguiamo dal resto del mondo? La risposta più ovvia è che la fioritura dei crisantemi avviene nel periodo in cui c’è la commemorazione dei defunti.

In Oriente invece i crisantemi ( in greco “fiore d’oro” ) sono un simbolo estremamente positivo: vengono utilizzati per matrimonicomunioni e addirittura compleanni.

Il crisantemo è il fiore ufficiale del Giappone, tanto che, in suo onore, viene celebrata una festa addirittura dall’imperatore che, in occasione della fioritura, apre al pubblico i giardini del Palazzo Imperiale, presentando le più recenti varietà a tutti gli invitati.

In Corea e in Cina il Crisantemo è il fiore dei festeggiamenti.

Vi sono bellissime leggende legate alla nascita di questo fiore e tutte riguardano i numerosissimi petali che costituiscono il fiore stesso: sembra infatti che una bambina li tagliò per aumentare gli anni di vita della madre e un soldato per prolungare i giorni di licenza con la sua amata!

Esistono tantissimi tipi diversi di crisantemi

  • crisantemi pompom, una delle varietà più comuni dalla forma simile ad una pallina.
  • crisantemi a margherita che presentano una fila intorno al centro, proprio come le margherite.
  • crisantemi a ragno che non sono molto comuni e presentano petali lunghi e cascanti.

 

Il crisantemo ha altri significanti a seconda del suo colore:

Crisantemo Bianco: verità e dolore, un cuore sconsolato, sei un amico meraviglioso.

Crisantemo Giallo: indica un amore trascurato

Crisantemo Rosso:  significa “Ti Amo”

 

Fonte:http://blog.felicementesposati.it/2013/11/crisantemi-curiosita/

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LA LEGGENDA DEL CRISANTEMO

In un piccolo e remoto paesino di campagna, viveva con sua mamma un bambino orfano di padre.

Il suo nome era Cristiano e non aveva mai conosciuto suo papà, morto di una grave malattia prima ancora che nascesse. Viveva con la madre che sgobbava da mattina a sera facendo le pulizie presso le famiglie ricche  del paese e coltivando un  orticello  a ortaggi e fiori.

La vita della donna si era fatta dura dopo la morte del marito.

Proprio perché  i soldi bastavano solo per il necessario, il ragazzo portava indumenti con qualche toppa, ma sempre puliti e decorosi. I pasti erano frugali. A volte, con quel gesto che solo l’amore sa compiere, l’uno cercava di cedere all’altro la propria razione di cibo.

Il pasto migliore veniva dalla generosità dei vicini. Spesso una zuppa di verdure spontanee raccolte nei campi doveva bastare per tutto il giorno.

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Un inverno estremamente rigido ridusse a letto la mamma di Cristiano. Le medicine di cui necessitava la donna erano troppo costose. Il ragazzo s’ingegnava in piccoli lavoretti, tentando di racimolare qualche spicciolo. Ma bastava appena  a garantire un brodo caldo e qualche tozzo di pane. Cristiano vedeva il progressivo deperimento della mamma e  si struggeva nel sentirla, di notte, tossire e respirare a fatica.

 

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Una sera, piena di tuoni e lampi, Cristiano sentì bussare all’uscio. Aprì la porta e vide una vecchietta, fradicia, che si reggeva a stento , appoggiandosi ad un bastone. La fece accomodare su una sedia vicino al  camino. Poi le offrì un brodo  caldo ed un tozzo di pane, scusandosi di non poterle dare di più.

Finito di mangiare la vecchina, in un batti baleno, si mostrò al ragazzo in tutto il suo splendore di fata gentile e premurosa.

“Cristiano, sei un ragazzo generoso. La tua bontà deve essere premiata. So che tua mamma è molto malata. Tu non sai come farla guarire e soffri per questo. Coraggio, vedrai che domani guarirà. E tu avrai la gioia di vivere con lei tanti anni  quanti  petali di fiori mi farai trovare ai piedi dell’albero che cresce dietro casa.”

Cristiano non fece in tempo a ringraziarla che all’improvviso svanì. Stordito dallo splendore di quella creatura misteriosa si stropicciò gli occhi e respirò a lungo. Poi corse subito nei prati a raccogliere fiori di tutti i tipi, fino a riempirne un cesto. Raccolse poi i petali dei vari colori in tanti mucchietti: bianchi, rossi, gialli e li depositò ai piedi dell’albero.

Corse  a casa, salutò la mamma e andò a letto, con un sentimento nuovo nel cuore.

All’alba sentì la voce della mamma che già brigava per la casa: era guarita. Corse ad abbracciarla forte forte. Le lacrime gli rigavano il volto. Non disse niente. Andò subito dietro casa a vedere cosa rimaneva dei petali ai piedi dell’albero. Erano tutti diventati dei fiori con una forma nuova: uno splendore mai visto.

Passarono gli anni.  Cristiano potè godere di una ritrovata serenità, addolcita dall’affetto della mamma.

A quel fiore misterioso, dai tanti colori e dalle tante forme, venne dato il nome di crisantemo, fiore d’oro.

Ed è per questo che il crisantemo,  a dispetto del nostro prevalente uso per adornare le tombe, rappresenta invece un simbolo di vita, di felicità e di tenacia, capace di vincere anche i rigori dell’inverno.

 

Fonte:dalla RETE

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