Matteo Renzi con il suo esecutivo, denominato Jobs Act, avrebbe dovuto destinare i finanziamenti europei alle aree “sottoutilizzate” della penisola (i famosi fondi Fas). I tre miliardi e mezzo di euro destinati al bonus contributivo per i neoassunti di tutta l’Italia, beneficio che può arrivare fino agli 8.060 euro per ogni persona assunta, saranno attinti dal Piano azione e coesione, voluto nel 2011 dal ministro Fabrizio Barca in carica in quell’anno, fondi stanziati per il Mezzogiorno ed ora distribuiti in tutta Italia.
Ma il re dei paradossi è senza ombra di dubbio il fatto che conviene di più licenziare al Sud che al Nord, questo perché si sommano gli sgravi fiscali del Jobs Act con quelli introdotti dal governo Monti, in cui si prevedevano degli sconti sull’Irap per chi assumesse nel meridione. Il Rapporto Svimez riportato poche settimane fa, mostra come dal 2008 al 2013, il Pil del Sud è crollato del 13,3%, mentre l’occupazione ha registrato un brusco calo del 9% (ossia 582 mila posti di lavoro in meno). E come ha denunciato Corina Cretu, commissaria di Bruxelles per le politiche regionali, “la qualità della vita al Sud non è affatto migliorata” e non solo, anche le assunzioni sono crollate, nonostante i miliardi su miliardi di fondi stanziati.
Dati che lasciano non pochi dubbi ed interrogativi sulla vicenda. Continui paradossi a discapito di una delle aree più martoriate d’Europa, eppure c’è chi continua a fingere e ad ignorare, che è peggio. Un tempo il Mezzogiorno era uno stato indipendente, unitario, fertile e rigoglioso. Una forza territoriale che è scomparsa gradualmente con l’Unità d’Italia. Un concetto di unità che è stato concepito solo nell’immaginario dei padri fondatori e lì vi è rimasto. Il Sud è una colonia interna! (Immancabile il riferimento ad un nostro precedente articolo).
http://www.vesuviolive.it/…/59156-ennesimo-scippo-al-sud-f…/
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