VITALIZI, LA GRANDE ABBUFFATA – 10 ex parlamentari a cui paghi il vitalizio ogni mese, condannati inclusi

VV

 

Percepire un vitalizio a fine mandato istituzionale è un diritto acquisito. Ma cosa fare quando a riceverlo sono dei politici condannati?

Percepire un vitalizio a fine mandato istituzionale è un diritto acquisito. Una volta raggiunti precisi livelli di di permanenza nelle funzioni elettive, l’ordinamento italiano prevede che venga erogato a vita natural durante ai deputati, ai senatori e anche ai consiglieri regionali, in quest’ultimo caso sotto forma di meccanismi pensionistici complementari con regimi estremamente vantaggiosi.
Secondo i dati forniti da Camera e Senato, nel 2013 il totale dei vitalizi erogati dai due rami del Parlamento è 2450: 1543 per Montecitorio e 907 per Palazzo Madama. Ad essi andrebbero aggiunte le pensioni destinate a vedovi e famigliari di ex parlamentari deceduti. Il totale delle somme erogate è di 7.968.001 euro (arrotondato per difetto) al mese: 4.866.684,7 per la Camera, 3.101.317,6 per il Senato.
Ultimamente il dibattito si è acceso: il vitalizio è un diritto legittimo o una pensione sproporzionata? Noi di Riparte il futuro siamo certi di una cosa: è innammissibile che venga regolarmente percepito anche da chi è stato condannato in via definitiva per reati come mafia e corruzione e chiediamo che venga immediatamente sospeso modificando il Regolamento per questi casi. È il primo passo di una riforma necessaria che dovrebbe interessare l’intero istituto (FIRMA ADESSO >>)

Ecco qua una classifica di vitalizi “illustri”, da quelli che fanno in qualche modo riflettere a quelli che fanno decisamente indignare.
NB: Li abbiamo ordinati senza seguire un criterio specifico ma elencando i casi che balzano all’occhio per la notorietà del soggetto, l’età, la cifra, fino ad arrivare all’assurdo più totale: il vitalizio ai condannati. Prima di procedere però è necessaria una importante raccomandazione: anche se siamo tentati a farlo non possiamo colpevolizzare chi riceve il vitalizio, per quanto sproporzionato sia, bensì chi potrebbe porre fine a questa vergogna e non lo fa. Guarda tutti i nomi dei parlamentari che non hanno ancora dato la disponibilità a procedere con la riforma.

GINO PAOLI
I parlamentari con una sola legislatura alle spalle percepiscono un vitalizio da 3.108 euro lordi al mese (che sono circa 2000 euro netti). Questo non lo ha deciso Gino Paoli, né altri beneficiari della stessa fascia di vitalizio, come l’imprenditore Luciano Benetton o il giornalista Eugenio Scalfari. La cifra gli spetta legittimamente per aver versato i regolari contributi durante il loro mandato (cifra massima versata 60.390 euro).

IRENE PIVETTI
Anche Irene Pivetti ha maturato un cospicuo vitalizio a seguito dei suoi 9 anni di mandato parlamentare, durante il quale ha occupato anche la carica di Presidente della Camera. Lo percepisce dal 2013, ovvero da quando aveva solo 50 anni.

ALFONSO PECORARO SCANIO
L’ex deputato Pecoraro Scanio riceve il vitalizio dal 2008, ovvero da quando è terminata l’ultima delle legislature di cui ha fatto parte, la XV. Avendo 5 mandati alle spalle, gli spetta una cifra consistente.

VITTORIO SGARBI
Che vi stia simpatico o meno, Vittorio Sgarbi, ex deputato e stimato critico d’arte, riceve ogni mese il suo assegno di fine mandato. Per essere rimasto in carica per 4 legislature, la cifra che gli compete è di quasi 5000 euro netti al mese ma c’è poco da indignarsi: è scritto nel Regolamento.

GIANCARLO ABETE
È dal 1992 che Giancarlo Abete non occupa i seggi parlamentari. Dal 2007 al 2014 ha rivestito la carica di presidente della FGC (Federazione Giuoco Calcio) da cui si è dimesso dopo la misera uscita di scena dell’Italia ai mondiali 2014, insieme all’allenatore Cesare Prandelli. Arrabbiatevi pure con lui per aver contribuito all’insuccesso azzurro ma non per il vitalizio che riceve ogni mese, da quando aveva appena 42 anni: non è stato lui ad auto-assegnarselo.

ROSA RUSSO IERVOLINO
Parlamentare per oltre 20 anni e più volte Ministro, l’ex senatrice e ex deputata Iervolino riceve mensilmente il suo assegno da circa 5400 euro netti. Alla cifra contribuisce anche il cumulo acquisito nel ruolo di sindaco di Napoli, ricoperto dal 2001 al 2011.

CLAUDIA LOMBARDO
I vitalizi regionali sono oggetto di tutt’altra regolamentazione e li inseriamo in questa lista giusto per dare un ordine di grandezza. Il caso recente che salta all’occhio è quello della giovanissima Claudia Lombardo, già soprannominata “Miss vitalizio d’oro”, eletta per la prima volta nel Consiglio Regionale della Sardegna quando aveva 21 anni e divenuta presidente nel 2009. Una carriera fulminea che non intendiamo giudicare anche perché il fatto che una giovane donna occupi posizioni di rilievo nelle Istituzioni è di per sé un segnale positivo. Il dubbio che potrebbe sorgere è sul vitalizio già attivato dall’anno scorso, quando cioè la Lombardo ha compiuto appena 41 anni.

DOMENICO GRAMAZIO
Vi ricordate Domenico Gramazio, simpaticamente soprannominato «Er Pinguino»? L’ex parlamentare è passato alla storia per aver festeggiato la caduta del governo Prodi nel 2008 mangiando in Senato una fetta di mortadella mentre sul suo banco saltavano i tappi di champagne. Ebbene, nonostante quel gesto discutibile, Gramazio si porta a casa tutti i mesi un vitalizio lordo di 10.877 euro al mese, sommando le cifre che gli spettano di diritto come consigliere della Regione Lazio.

DOMENICO PITTELLA
Caso emblematico quello di Domenico Pittella, oggi 83enne, che durante la carriera di senatore risultò coinvolto in un’associazione sovversiva e fu accusato di aver messo a disposizione delle Brigate Rosse la propria clinica e di aver elaborato con loro un piano per rapire Ferdinando Schettini, vicepresidente della giunta regionale della Basilicata. Alla condanna definitiva della Corte di Cassazione, sentenziata nell’ambito del processo Moro ter nel 1993, Pittella fuggì in Francia. Dopo quasi sei anni di latitanza si è costutuito nel 1999, anno in cui ha ottenuto anche una grazia parziale da parte di Carlo Azeglio Ciampi. Il debito con la giustizia è stato in parte saldato e poi sì è estinto tramite l’affidamento ai servizi sociali nel 2002.

MARCELLO DELL’UTRI
A maggio 2014 la Cassazione ha confermato in via definitiva la condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa per il fondatore di Forza Italia. Attualmente sta scontando la pena nel carcere di Parma. L’ex senatore era stato arrestato il 12 aprile scorso a Beirut, in un albergo dove soggiornava con il suo vero nome, dopo essere stato rintracciato grazie al suo telefono. Marcello Dell’Utri continua a percepire 4400 euro al mese di vitalizio.

GIANNI DE MICHELIS
Coinvolto negli scandali di Tangentopoli, De Michelis ha patteggiato un anno e sei mesi per corruzione nell’inchiesta sulle tangenti autostradali del Veneto e sei mesi nell’ambito dello scandalo Enimont. La pena è stata sospesa con la condizionale. Prende ad oggi più di 5000 euro al mese di vitalizio.
Nella categoria dei “Condannati che beneficiano di cospicuo vitalizio” ricordiamo anche il nome di Cesare Previti condannato in via definitiva a 6 anni per tangenti nel processo Imi-Sir, ovvero tra ai più gravi processo per corruzione giudiziaria dell’Italia repubblicana. Condannato all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, nel 2007 fu costretto a dare le dimissioni dalla Camera.

 

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Fonte: http://www.riparteilfuturo.it/blog/in-evidenza/top-10-vitalizi/

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