Santi Cosma e Damiano

Basilica diaconale dei Santi Cosma e Damiano – Roma

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I SS. Martiri Cosma e Damiano,  vissero in tempi difficilissimi per la fede cristiana. Dichiararsi cristiano per chi ricopriva un ruolo pubblico importante comportava rischi di carriere, proscrizione, quando non addirittura la condanna a morte. In siffatto clima sociale, religioso e politico vissero questi due santi, che il loro principale biografo definì “illustri atleti di Cristo e generosissimi Martiri”.

La loro vita e soprattutto l’indomita eroicità dimostrata nei momenti cruciali li hanno costituiti modelli di santità e intercessori presso Dio. In tutto il mondo cristiano sono sorte in loro onore cappelle votive, chiese e basiliche. I malati si rivolgono a questi Santi per ricevere la guarigione. Numerosi furono i miracoli ottenuti dall’invocazione dei SS. Cosma e Damiano, che la Chiesa ha designato Patroni dei medici, dei chirurghi, dei farmacisti, degli ospedali.

Testimoni di Cristo

Le brevi notizie storiche che li riguardano risultano dai “Martirologi” e “Sinassari”, antichi testi liturgici che riportano il resoconto della vita dei Santi e dei Martiri dei secoli antichi, disposti giorno per giorno per tutto l’anno. Il principale biografo dei SS. Cosma e Damiano fu il dotto vescovo Teodoreto, che resse dall’anno 440 al 458 la città episcopale di Ciro, importante centro commerciale della Siria. Qui fu eretta a questi due Santi la prima chiesa votiva.
I SS. Cosma e Damiano, originari dell’Arabia, erano fratelli. Secondo certe fonti, non ritenute storicamente attendibili, erano gemelli. Nacquero nella seconda metà del III secolo da genitori cristiani. A impartire loro la prima educazione alla fede dovette incaricarsi la madre, di nome Teodota (secondo altri, Teodora), poiché il padre morì presto, durante una persecuzione in Cilicia.

Santi Anargiri

Dalla città natale per ragioni di studio furono inviati in Siria, dove appresero le scienze, specializzandosi nella medicina. Esercitarono con valentia questa professione a Egea e poi a Ciro, città dell’Asia Minore. Le “fonti” sottolineano la scrupolosa preparazione professionale dei SS. Cosma e Damiano. Alcuni testi parlano di un farmaco di loro invenzione chiamato “Epopira”. Si distinguevano per la solerte e benefica operosità verso i malati, con predilezione per i più poveri e gli abbandonati. La tradizione riferisce anche che curavano i malati senza mai chiedere retribuzione. Ciò valse loro l’appellativo di “Santi Anargiri”, con cui sono passati alla storia. La loro fama di uomini coraggiosi, di insigni benefattori, si sparse rapidamente in tutta la regione. L’attività di questi Santi non si ridusse alla sola cura dei corpi. Nel loro esercizio professionale miravano anche al bene delle anime con l’esempio e con la parola. Riuscirono a convertire al cristianesimo molti pagani. Il libro del “Sinassario” della Chiesa di Costantinopoli riferisce il curioso episodio di una donna, di nome Palladia, la quale in segno di gratitudine per l’ottenuta guarigione, insistette per offrire ai due Santi la ricompensa di tre uova. Al netto rifiuto, la donna reagì rimproverandoli, perché considerò tale atteggiamento come una mancanza di galateo nei suoi riguardi. Ottenne così il risultato che S. Damiano, di nascosto dell’altro, accettasse il piccolo dono, ma anche che il Santo venisse severamente rimproverato da suo fratello.

Fermezza di fronte alle persecuzioni

I santi Cosma e Damiano si imposero risolutamente una scelta di vita controcorrente rispetto al paganesimo imperante. Nell’Impero Romano, particolarmente nelle regioni orientali dove il cristianesimo si era propagato con più successo, tra il 286 e il 305 d.C. sotto l’impero di Massimiano e di Diocleziano scoppiarono le persecuzioni. Le maggiori repressioni avvenivano nell’esercito, principalmente a causa del rifiuto da parte dei cristiani della milizia, oltre che delle cerimonie pagane e del culto dell’imperatore. In esecuzione dell’editto del 23 febbraio 303, i SS. Cosma e Damiano furono arrestati con l’accusa di perturbare l’ordine pubblico e di professare una fede religiosa vietata. Il loro processo si svolse al cospetto di Lisia, prefetto romano competente per territorio nella Cilicia. Minacciati di torture e di condanna alla pena capitale, si tentò in tutte le maniere di farli apostatare. I SS. Cosma e Damiano, invece, risposero così ai loro persecutori: “Noi adoriamo il solo vero Dio e seguiamo il nostro unico Maestro, Gesù Cristo”. Questa eroica resistenza servì di incoraggiamento per gli altri cristiani più titubanti e pavidi, anch’essi sottoposti al grave dilemma: abiurare, per aver salva la vita; o perseverare nella professione della fede e patire carcere, torture e morte seguendo Cristo sulla via della Croce.

Il Martirio

Dopo l’arresto e il processo i Santi furono sottoposti a una serie di crudeli torture, nella vana speranza di farli recedere dal loro fermo proposito. Come primo castigo fu loro inflitta la fustigazione. Poiché i carnefici non ottennero di farli apostatare, legati mani e piedi furono gettati in mare da un alto burrone con un grosso macigno appeso al collo, per facilitarne lo sprofondamento. Miracolosamente, invece, i legacci si sciolsero ed i santi fratelli riaffiorarono in superficie sani e salvi, accolti a riva da uno stuolo di fedeli festanti, ringraziando Dio per lo straordinario evento. Nuovamente arrestati, subirono altre dolorosissime prove. Condotti davanti a una fornace ardente, furono immersi nel fuoco legati con robuste catene. Le fiamme però non consumarono quelle membra sante, che uscirono ancora una volta indenni e fu tale il timore dei soldati che li avevano in custodia, da costringerli a fuggire precipitosamente. Il libro del “Martirologio” che si ispira al citato Teodoreto ci informa che “i santi Cosma e Damiano furono martiri cinque volte”. Passarono infatti per le prove dell’annegamento, della fornace ardente, della lapidazione, della flagellazione, per finire i loro giorni terreni col martirio nell’anno 303.

Diffusione del culto

La pietà dei fedeli provvide a dare a questi indomiti atleti di Cristo degna sepoltura nella città di Ciro in Cilicia. Sulla loro tomba sorse una chiesa, meta di ininterrotti pellegrinaggi, per venerarvi le reliquie e per invocare la loro intercessione. Uno dei più illustri pellegrini fu l’Imperatore Giustiniano, il restauratore dell’Impero Romano d’Oriente (+ 565). Guarito da una perniciosa malattia, andò in preghiera preso la tomba dei SS. Taumaturghi. In segno di riconoscenza fece erigere a Basilica la loro chiesa e dispose la fortificazione della città di Ciro.
Molto rapidamente il culto dei SS. Cosma e Damiano si estese a tutto l’Oriente bizantino. Gli scambi commerciali che intercorrevano tra Roma e l’Oriente facilitarono la conoscenza anche in Occidente della fama di questi due Martiri. La prima cappella in loro onore nella città eterna risale all’epoca di Papa Simmaco (498-515). Poco tempo dopo, ad opera di Felice IV nell’anno 528 furono trasportate a Roma le reliquie dei SS. Cosma e Damiano, ai quali fu edificata la grande Basilica esistente nel Foro Romano. Nel 1924 una commissione di esperti nominata da Pio XI, effettuando una ricognizione, ritrovò le ossa di questi SS. Martiri nel pozzetto situato sotto l’antico altare della Basilica. A ricordo della traslazione delle reliquie e della dedicazione della Basilica romana, nella liturgia occidentale fu fissata al 27 settembre la festività liturgica dei SS. Cosma e Damiano.
I loro nomi furono inseriti nel canone della Messa Tridentina, e furono gli ultimi Santi cui venne concesso simile onore. Nella Chiesa greca la festa liturgica cade in due date: il 1 luglio e il 1 novembre.
In Oriente a partire dal V secolo sorsero numerose chiese dedicate ai SS. Cosma e Damiano: in Scizia, in Cappadocia, in Panfilia, a Salonicco, a Gerusalemme, a Edessa del Ponto. In epoca posteriore (secoli X-XIII) il culto si diffuse in Bulgaria, in Romania, nelle regioni bizantine dell’Italia meridionale, tra cui la Calabria. La più famosa chiesa eretta in Oriente fu la Basilica che si trovava a Costantinopoli, proclamata santuario nazionale, alla quale accorrevano malati di ogni ceto sociale per chiedere la guarigione. In questa Basilica avveniva il rito dell’incubazione. Secondo la tradizione, mentre gli altri fedeli trascorrevano la notte in preghiera, i malati presenti si addormentavano adagiati su poveri giacigli nelle navate della chiesa. Durante il sonno miracolosamente apparivano i Santi Medici dai quali ricevevano le cure necessarie per la guarigione. Dei numerosi prodigi attribuiti all’intercessione dei SS. Cosma e Damiano esiste una circostanziata narrazione, che rimonta al VI secolo.
[…]

Fonte: http://www.brattiro.net/SS%20COSMA%20E%20DAMIANO/la_vita_dei_santi_medici_cosma…/

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