“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari…

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“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari,

e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei,

e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,

e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,

e io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,

e non c’era rimasto nessuno a protestare”

Controversia sull’origine e sul testo

Prima vennero… è in origine un sermone del pastore Martin Niemöller sull’inattività degli intellettuali tedeschi in seguito all’ascesa al potere dei nazisti e delle purghe dei loro obiettivi scelti, gruppo dopo gruppo. La poesia è ben conosciuta e frequentemente citata, ed è un modello popolare per descrivere i pericoli dell’apatia politica e come essa alle volte inizi con un odio teso a impaurire obiettivi e di come alle volte esca fuori controllo.

 

Nei paesi di lingua spagnola la poesia – già propagandata ampiamente da attivisti sociali negli Stati Uniti almeno dagli anni sessanta in sostegno dei diritti civili e in opposizione alla Guerra del Vietnam – è stata spesso erroneamente attribuita a Bertolt Brecht sin dagli anni settanta. Ma il drammaturgo ne cambiò solo la parte iniziale. Brecht iniziava con il passaggio sui rom: «Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano». E prosegue con gli ebrei, gli omosessuali e i comunisti. Il finale, laconico, recita: «Un giorno vennero a prendere me e non c’era nessuno a protestare». I versi originari di Martin Niemöller dicevano invece:

«Quando i nazisti presero i comunisti,

io non dissi nulla

perché non ero comunista.

Quando rinchiusero i socialdemocratici

io non dissi nulla

perché non ero socialdemocratico.

Quando presero i sindacalisti,

io non dissi nulla

perché non ero sindacalista.

Poi presero gli ebrei,

e io non dissi nulla

perché non ero ebreo.

Poi vennero a prendere me.

E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa».

 

Altre ricerche hanno fatto risalire la poesia a discorsi tenuti da Niemöller nel 1946. In ogni caso, il testo della poesia rimane controverso: ci sono molte varianti, che si differenziano sia per le persone citate (comunisti, socialisti, ebrei, cattolici, testimoni di Geova, malati incurabili etc), sia per l’ordine in cui sono citate. Come afferma Richard John Neuhaus nel numero di novembre 2001 del suo diario online First Things, quando nel 1971 gli fu chiesta la corretta versione da riportare, Niemöller disse che non era molto sicuro di aver detto le famose parole ma, se la gente insisteva nel citarlo, lui avrebbe preferito questa versione che parla di comunisti, socialdemocratici, sindacalisti, me.

Fonte: https://it.wikipedia.org/

Foto RETE

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