Un libro per amico: “STATALE 18” di Mauro Minervino

 

 

La statale 18 è una delle tante strade del sud. Tre regioni e quasi 600 chilometri. La prima Salerno-Reggio Calabria della storia. Ma la statale 18 non è solo una strada. È la linea mobile di un nuovo confine interno. Il domicilio affollato e instabile di un’Italia in cui ogni cosa pare destinata a scivolare ancora più giù. Un percorso tra terra e mare, disseminato di ostacoli, che scorre in mezzo al traffico e insidie mortali, tra scorci ancora incantevoli e brutture spaventose. Ovunque le follie dell’abusivismo, la gestione scriteriata delle coste cementificate, ma anche i mali e le contraddizioni vecchie e nuove di centri popolosi e comunità che davanti al mare della storia, ai panorami mozzafiato e alle bellezze deturpate covano i germi di un’inquietudine distruttiva e livellatrice. A pochi chilometri dalla più famosa e famigerata Salerno-Reggio Calabria, questa lunga striscia di asfalto che unisce i centri più intensamente abitati della Calabria tirrenica, è oggi la traccia più fedele di una regione e di un paese irrisolto destinati a rincorrersi nello specchio infranto del meridione contemporaneo. Su questa stessa strada Minervino disegna le tappe di un viaggio pubblico e privato, insieme alla gente che percorre e abita questi luoghi di transito come fossero le borgate di una sola città alienata e invisibile. In mezzo a un paesaggio fragoroso e immobile che ogni giorno ribolle e appassisce.

Titolo Statale 18
Autore Minervino Mauro F.
Prezzo Euro 15.00
Dati 2010, 238 p., ill., brossura
Editore Fandango Libri  (collana Galleria Fandang

 

“Mauro Francesco Minervino, scrittore e antropologo della provincia di Cosenza, sostiene che la Statale 18, che collega sul versante tirrenico Napoli con Reggio Calabria, sia in realtà una vera e propria città, perchè ormai la gente vive ammassata sulla strada, “un sifone che aspira e prosciuga le esistenze”. La strada diventa infatti, per lo sguardo profondo dell’antropologo, quello del viaggiatore disincantato, e ancora quello più caustico del cronista, un pretesto per descrivere un’Italia ancora pasolinianamente impossibilitata alla modernizzazione, tra degrado ambientale e la natura che resiste. Ne viene fuori un viaggio ondivago in una delle strade più battute del sud, oggi specchio di un degrado non solo paesaggistico di una società border line.” La recensione di Andrea Di Consoli. L’intervista di Angelo Ferracuti di Fahrenheit http://www.radio.rai.it/radio3/fahren…

 

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