Il cantautore dei contadini e dei migranti è morto

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Aveva 57 anni. Tra i protagonisti della sua musica spesso gli ultimi: agricoltori, muratori, mendicanti. Scoperto dalla Francia, la consacrazione all’Olympia

Le ragazze che fanno la fila per essere prese a giornata al mercato di Porta Palazzo, l’uomo che tende la mano al semaforo per chiedere l’elemosina, i seminatori di grano venuti per lavorare, migranti di ieri e quelli venuti in una barca scura, migranti di oggi. E poi il muratore che ha lavorato tutta la vita alle case degli altri e tutta la vita ha sognato “una casa in collina” e gli amanti di Roma “che sono tanti ma quanti, chissà”. E’ questa l’umanità raccontata da Gianmaria Testa, cantautore piemontese, morto oggi dopo una lunga malattia. Aveva 57 anni. Aveva lasciato un impiego sicuro nelle ferrovie, era capostazione, per la musica, ma a quel mondo delle sue origini, quella delle campagne del cuneese dove era nato in una famiglia di agricoltori, aveva continuato negli anni a dedicare canzoni, molte anche in dialetto. Amato molto in Francia si è esibito varie volte all’Olympia di Parigi, vero tempio della canzone. Da sempre impegnato sul sociale, nel 2006 Testa aveva dedicato un intero album Da questa parte del mare, ai migranti di ieri e di oggi. Tra questi la ballata Al mercato di Porta Palazzo.

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Era stato lui stesso lo scorso anno ad annunciare che era affetto da un tumore non operabile. La notizia è apparsa anche sulla sua pagina Facebook con queste parole: “Gianmaria se n’è andato senza fare rumore. Restano le sue canzoni, le sue parole. Resta il suo essere stato uomo dritto, padre, figlio, marito, fratello, amico”. Tantissimi i fan che stanno esprimendo il loro cordoglio ricordando la sua attenzione per gli ultimi dai migranti ai poveri.

L’esordio di Gianmaria Testa, voce e chitarra, avvenne al festival di Recanati dove il cantautore inviò una sua cassetta vincendone ben due edizioni, quella del ’94 e del ’95, lì l’incontro con una produttrice francese Nicole Courtois, che gli permise di debuttare in Francia con l’album Montgolfières (1995). Da allora nove album Extra-Muros (1996), Lampo (1999), Il valzer di un giorno (2000), Altre Latitudini (2003), Da questa parte del mare (2006), il live SOLO – dal vivo (2009), Vitamia (2011) e l’ultimo il live Men at work (2013), più di 3000 concerti in Francia, Italia, Germania, Austria, Belgio, Canada, Stati Uniti, Portogallo.

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Per anni aveva fatto convivere la sua professione di impiegato delle Ferrovie con quella del musicista poi la scelta di dedicarsi interamente alla musica. Nel 2000 l’album Il valzer di un giorno, il primo interamente di produzione italiana, è stato un grande successo. Nonostante la sua struttura essenziale, voce e due chitarre soltanto, venne accolto molto bene sia dalla critica che dal pubblico, uscendo poi l’anno successivo anche in Francia e nel resto d’Europa. Ad oggi ha superato le 200 mila copie vendute in tutta Europa. Moltissime le collaborazioni con altri musicisti italiani del jazz e del folk: da Gabriele Mirabassi e Enzo Pietropaoli a Paolo Fresu; da Rita Marcotulli a Riccardo Tesi; da Enrico Rava (insieme al quale ha presentato con grande successo Guarda che luna!, spettacolo dedicato alla figura di Fred Buscaglione che ha visti protagonisti, oltre a loro, la Banda Osiris, Stefano Bollani, Enzo Pietropaoli e Piero Ponzo) a Mario Brunello.

Negli ultimi anni si era molto dedicato agli ascoltatori e lettori più piccoli collaborando con la casa editrice Gallucci; nel 2012 aveva pubblicato Ninna Nanna dei sogni, una canzone-favola per grandi e piccini illustrata dalle poetiche tavole di Altan. Nel maggio 2013, l’uscita di un secondo libro-disco, sempre edito da Gallucci, ma questa volta illustrato da Marco Lorenzetti: 20 mila Leghe (in fondo al mare). Alla fine del 2013 la versione francese della Ninna Nanna dei sogni: Berceuse des rêves, il titolo, con le illustrazioni di Marina Jolivet; e una nuova pubblicazione per bambini, con i disegni di Altan, tratta dalla sua canzone Biancaluna (maggio 2014).

Uscirà il 19 aprile per Einaudi il libro- testamento dell’artista Da questa parte del mare, un viaggio struggente, per storie e canzoni, sulle migrazioni umane. La prefazione di Erri De Luca suona come un addio all’amico: “Ciao socio, compare, fratello che non mi è capitato in famiglia e che ho cercato intorno, grazie di accomunarmi al libro della tua vita, che non è un’autobiografia ma una multibiografia di persone e di luoghi, dove sei anche tu”.

Di

Fonte: http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2016/03/30/news/e_morto_gianmaria_testa_il_cantautore_italiano_con_il_cuore_in_francia-136533457/

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