Viaggio nelle parole: DON

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Ancora negli anni Cinquanta Orsomarso era pieno di “don”: donna Nina, donna Filomena, don Vincenzino (nella parlata nostrana diventava “Dommicinzino”), don Cosma, don Ciccio, don Settimio, don Battista, don Angelo, don Biasino, don Franz, ecc. ecc.

Una stratificazione sociale rigida, doveva segnalare anche nel più banale dei modi chi era “in alto”, chi deteneva uno straccio di potere culturale, economico, professionale; spesso più di nome che di fatto.

 

Don (femminile Donna) è un termine comunemente utilizzato, a partire dalla metà del Duecento, come prefisso al nome, per indicare nobili del patriziato milanese e napoletano, principi, duchi, marchesi di baldacchino, nobili sardi, ecclesiastici e religiosi. Don è l’abbreviazione della parola donno in uso ancora ai tempi di Dante ma non più conservata, la quale deriva dalla parola latina dominus, che significa signore, padrone. Propriamente “don” non costituisce un titolo, ma è un trattamento. Nelle Marche (Acqualagna), in Puglia(Corigliano d’Otranto) e Calabria (Simeri Crichi) la forma estesa donno si conserva in alcuni toponimi.

Al di là dell’uso onorifico, è stato in seguito usato per chiamare i presbiteri diocesani della Chiesa cattolica, detti anche clero secolare; e i diaconi (permanenti e non). In alternativa, i presbiteri religiosi, o clero regolare, sono chiamati con altri prefissi quali Dom, Fra (o Fratello), e il più diffuso Padre (usato anche come appellativo verso i presbiteri secolari), a seconda dell’ordine. Quest’uso è prassi in tutt’Italia, ma fino al XX secolo non era comune in Sardegna, dove al nome del sacerdote si faceva precedere la parola prete o al limite signor, e in alcune aree del Friuli, dove si anteponeva il termine pre (abbreviazione di “prete”).

Nei secoli scorsi, fino al XIX secolo, il Don era riservato ai preti appartenenti a famiglie nobili, pertanto il nome era preceduto da Reverendo Don; al contrario per i preti appartenenti a famiglie popolane il nome era preceduto dal solo Reverendo.

In Spagna il trattamento di don si può premettere al nome di tutti i maschi (per le femmine si usa doña), mentre in Francia e in Portogallo i sacerdoti usano il titolo di dom.

Esempi letterari di personaggi famosi che hanno questo trattamento sono, fra i nobili, don Rodrigo, don Chisciotte e don Giovanni; fra gli ecclesiastici don Abbondio e don Camillo.

In Italia, specialmente in Sicilia, è un titolo per persone degne di rispetto e molto sagge (è usato, quindi, per dimostrare reverenza agli anziani); fra costoro, in certi ambienti rientrano anche i capimafia. Nell’Italia meridionale Abruzzi, Puglia e in Calabria fino alla seconda metà del XX secolo veniva usato per indicare persone di alta estrazione sociale (es. avvocati, notai, sindaci, medici, ecc.).

Come l’analogo titolo onorifico britannico Sir è sempre seguito dal nome e non dal cognome.

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Don_(trattamento)

Foto: RETE

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