IL VECCHIO E IL CANE

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Vecchio e solo,

pensai che un cane

avrebbe colmato

la mia esistenza vuota.

Lo trovai randagio, sporco, affamato;

gli feci una carezza, mi seguì senza timore.

Ora è il mio cane,

io sono il suo padrone.

Gli parlo, lui mi risponde

lambendomi le mani.

“Fido, domani non avremo da mangiare,

la pensione è finita, avremo da aspettare!.

Arriva quel giorno benedetto,

in fila, con gli altri pensionati,

il libretto sgualcito dal tempo

stretto tra le mani,

il mio turno aspetto.

Fido scodinzola contento.

Lui sa che oggi mangeremo di più

e un poco meglio.

E’ già l’inverno.

E’ fredda la mia casa senza fuoco.

Lui mi sta vicino e mi riscalda.

L’inizio della primavera

ci trova uniti a ringraziare il sole,

mentre dal cuore

mi nasce una preghiera:

“Grazie Signore,

di aver creato il cane!”

Di Maria Monti

Foto e testo dalla RETE

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