PARCO DEL POLLINO – I paesei del Parco: Laino Castello

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La storia

Fino al XVI secolo Laino Castello e Laino Borgo furono un solo Comune denominato semplicemente “Laino” (nel 1470, infatti, hanno un’unica università; la divisione del demanio comunale, invece, risale al 4 novembre 1811). I due Comuni si unirono per la seconda volta l’11 marzo 1928, con il nome di “Laino Bruzio”, per separarsi nuovamente il 19 ottobre 1947. Fino a un certo punto, dunque, l’evoluzione storica ha segnato identiche tappe per entrambi i paesi.  Probabilmente il toponimo deriva dal fiume Lao.
Non ci sono tracce certe per stabilire l’esatta origine della comunità, a parte il rinvenimento (effettuato nel 1812 in località Umari, territorio di Laino Castello) di numerosi sepolcri costruiti con grossi blocchi di tufo (intonacati di rosso) che potrebbero risalire al periodo greco.La maggior parte degli studiosi ritiene che l’attuale Laino sia stata fondata dai superstiti di Lavinium (città romana che sarebbe stata individuata allo scalo di Orsomarso) in fuga dalla malaria e dalla popolazione della bassa e media valle del Lao scampata agli attacchi dei barbari. Pare comunque che in poco tempo, anche grazie alla posizione strategica che occupava, la città sia diventata potente: coniava monete (i cui simboli erano il vitello, la colomba e l’aquila; ne è stata trovata traccia nelle località S. Gada e S. Primo in territorio di Laino Borgo) e aveva continui scambi commerciali. Dal IV secolo a. C., però, dopo questo periodo di splendore (durato circa due secoli), iniziò un’inesorabile fase di declino segnata anche dall’incedere dei Lucani animati da pressanti mire espansionistiche. La città si ridusse a un villaggio. Le sue sorti iniziarono a risollevarsi soltanto sotto i Bizantini e grazie ai monaci basiliani, che iniziarono a impiantare nel territorio una serie di laure, cappelle, chiese e monasteri, il centro crebbe d’importanza religiosa e culturale. Nella prima metà del XIX secolo in località Santo Ianni, nei pressi di quello che sarebbe stato il monastero basiliano di S. Joanes di Cuzca (fondato tra il 900 e il 1000), sono stati scoperti i resti di questa chiesa, dipinti, armi, monete dell’epoca repubblicana romana e dell’imperatore bizantino Teofilo.
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Furono i Longobardi invece, per strategia difensiva contro il nemico bizantino, a costruire sul colle S. Teodoro il castello (Castrum Layni) che divenne poi capoluogo di un importante gastaldato del principato di Salerno.
L’arrivo dei Normanni segnò per il centro l’inizio delle successioni feudali. Primi signori furono i Chiaramonte che conservarono il dominio per tutto il periodo svevo. Nel XIII secolo Carlo I d’Angiò creò a Laino una piazzaforte militare che venne in seguito migliorata da Carlo II e, quindi, ceduta da Carlo III a Ruggiero di Lauria. Morto quest’ultimo, la fortezza e i suoi possedimenti passarono nel 1310 prima al figlio Berengario e poi alla figlia Flavia che la portò in dote al marito Enrico Sanseverino.
Successivamente il castello fu restaurato e fortificato da re Ferdinando I che, nel 1488, lo sottrasse ai Sanseverino. Nel 1496 il capitano spagnolo Consalvo de Cordova espugnò con l’inganno la fortezza e vinse gli Angioini. Il borgo passò, dunque, sotto la dominazione aragonese e agli inizi del XVI secolo fu ceduto da Federico I al suo consigliere e parente Ferrante de Cardenas, con il titolo di marchese di Laino. I de Cardenas (che mantennero il feudo fino alla legge eversiva del 1806; ultima feudataria fu Maria Giuseppa) appoggiarono sempre la causa spagnola e respinsero diversi attacchi dei Francesi che volevano impossessarsi del castello. Nel 1529, per esempio, i lainesi, per decisione della marchesa madre Sidonia Caracciolo (vedova di Alfonso de Cardenas), respinsero gli attacchi del capitano francese Simone Tebaldi Romano, conte di Capaccio. Nel maniero in quel momento erano ospitati i reduci della disfatta di Cosenza.
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Sotto il regno borbonico il paese partecipò fervidamente alle mutazioni civili e sociali e anche qui, nel 1799, venne innalzato l’albero della libertà. Dopo la caduta dei Borboni, però, l’esercito francese riuscì a occupare il territorio. Nel 1812 sorsero a Laino delle società segrete che parteciparono alla cospirazione carbonara con le vendite “Filantropi di Tebe” a Laino Borgo e “S. Teobaldo” a Laino Castello. Nel 1860 il borgo accettò, con un plebiscito, l’annessione al Regno di Sardegna.
Fino al 1982 i lainesi hanno abitato nel centro storico arroccato sul colle S. Teodoro. Già nel 1960 a seguito di problemi di dissesto idrogeologico, con decreto del Ministro dei LL.PP. in data 03.06.1960, l’abitato di Laino Castello venne dichiarato da trasferire in altro luogo e da allora cominciò lento e inesorabile il declino del glorioso Centro. Nel 1982 di quell’anno, a causa di un violento terremoto, la popolazione ha dovuto abbandonare definitivamente le proprie case e trasferirsi su un pianoro poco distante sito in località Pornia – Scolari dove già erano state realizzate le prime infrastrutture e le prime abitazioni.
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IL FUTURO

L’amministrazione comunale già da un po’ di tempo ha avviato un progetto per il recupero e il riutilizzo del vecchio borgo come centro studi e servizi del Parco nazionale del Pollino e come “Borgo – albergo”.
Gli esiti delle indagini geologiche e geotecniche eseguite sul sito del vecchio centro hanno dato indicazioni positive circa la possibilità del recupero del vecchio borgo. Un primo intervento realizzato dalla Comunità Montana del Pollino negli anni scorsi ha consentito il recupero della ex casa canonica e la sistemazione della strada di accesso nella parte alta. Alcuni interventi successivi dell’Amministrazione comunale hanno consentito la messa in sicurezza di tutta la parte alta fino alla Chiesa di San Teodoro rendendo visitabile questa parte, nonchè il recupero di altri immobili e La Chiesa di Santa Maria delle Vergini posta nella parte bassa del vecchio borgo.

Fonte: http://www.comune.lainocastello.cs.it/lainocastello/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/16
Foto RETE

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