Un tempo il contadino sentiva la precarietà triste compagna di strada. La siccità, una gelata, un temporale, in un attimo potevano rovinare i magri raccolti. La miseria era lì, sempre in agguato. Non c’erano garanzie, appigli. Solo il Cielo si offriva come speranza. La sera, prima di addormentarsi, chiedeva ai santi di proteggergli anche il sonno.
Mi curcu
E nu’ m’impauru,
A capu a mia
C’è san Paulu,
A pere santu Michele,
‘Mminzu alla casa
L’angilu spasu,
‘Mmucca alla porta
L’angilu fortu,
‘Mminzu alla via
La Vergini Maria,
Chi mi guarda
St’anima mia.
Guardamilla pi stanotte
Chi nu’ fazzu ‘na mala morti.
Cunfissata e cumunicata
la Santissima Trinità.
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Fotografia di Eugenio Bronzetti