Si sa, i percorsi dell’amore sono imprevedibili: giardini ameni, brughiere, montagne faticose …
A volte s’interrompono bruscamente, e persino la bussola fatica per ritrovare l’orientamento. Il dopo è aspro, a volte acido; raramente mantiene l’antico sapore che addolciva il tempo e le cose.
Nell’aspro del dopo nascevano, nel mondo contadino, le “canzoni di sdegno”. Erano invettive che l’innamorato deluso rivolgeva all’antica stella del mattino.
CANZONE DI SDEGNO
Rosa russa
O rosa russa, comi sculuristi!
Mi para ca ti manca
L’acqua a li peri.
J’erisi funtana ri li rosi frischi
A du vulijini vivi
Conti e cavaliri.
Mo rivintasti funtana ri tutti
E cunca passa
Ci si lava li peri.
Dalla memoria di Manlio Forestieri
Foto: donne che lavano al fosso del mulino di Santo Linardo