La volpe, andando per un bosco, si trovò un mulo, e non n’avea mai più veduti. Ebbe gran paura e fuggì; e, così fuggendo, trovò il lupo.
Disse come avea trovata una novissima bestia, e non sapea suo nome.
Il lupo disse: — Andiamvi! — Furo giunti a lui. Al lupo parve vie più nuova. La volpe il domandò [di suo nome]’.
Il mulo rispose: — Certo io non l’ho bene a mente; ma, se tu sai leggere, io l’ho scritto nel pie diritto, di dietro. —
La volpe rispose: — Lassa, ch’io non so leggere! che molto lo saprei volentieri! —
Rispose il lupo: — Lascia fare a me, che molto lo so ben fare. —
II mulo sì li mostrò il pie diritto, sicché li chiovi pareano lettere.
Disse il lupo: — Io non le veggio bene.—
Rispose il mulo: — Fatti più presso, però che sono minute. —
II lupo si fece sotto, e guardava fiso. Il mulo trasse e dielli un calcio tale, che
l’uccise.
Allora la volpe se n’andò e disse: — Ogni uomo che sa lettera, non è savio.
IL NOVELLINO, XCIV, Fabbri Editori
Foto RETE