Un libro per amico: “CON IL CIELO NEGLI OCCHI”, di F. Lorenzoni

 

DALL’INTRODUZIONE 

 

Questo libro nasce da una mancanza e da un desiderio.

La mancanza la sento assai forte da tempo. Prima di tutto in me, ma anche nei bambini e ragazzi che ho l’occasione di incontrare. E’ la mancanza della possibilità di stabilire un rapporto semplice, diretto e immediato con la natura e con gli elementi del nostro pianeta.

Il desiderio riguarda invece un sogno che condivido e coltivo con diversi amici da qualche anno, nelle attività e nelle ricerche che vivono nella casa-laboratorio di Cenci, ih Umbria, nella campagna di Amelia.

E’ il desiderio di tentare di offrire a bambini e ragazzi, e a noi stessi, una strada, un percorso, una ricerca, nel tentativo di ritrovare una capacità di ascolto e di sguardo aperto verso il mondo; verso i cicli vitali che regolano ogni esistenza nel cosmo; verso la Luna, il Sole, le stelle, verso i nostri parenti più lontani, che dal cielo ci parlano nella lingua più antica.

Ben prima che esistesse nel mondo la lettura e la scrittura, infatti, uomini delle culture più diverse hanno sempre dedicato al cielo i loro sguardi. Hanno imparato a leggere i movimenti dei corpi celesti, e hanno organizzato i loro spazi e dato un ordine al tempo, a partire dal loro rapporto con il cielo.

Ora invece, il cielo è uno dei grandi territori dimenticati dall’uomo. Ed anche la scuola lo dimentica, pur avendolo lì, gratuito, fuori dalle finestre, ogni giorno sopra l’orizzonte.

La scuola è il luogo dove i bambini cominciano a condividere collettivamente spazi e tempi comuni, dove impararono a leggere e a scrivere. Perché non regalare loro questa lettura prima ? Perché non invitarli a seguire fin da piccoli il cammino del Sole e le fasi della Luna ?

Per esperienza so che la lettura del cielo appassiona bambini e ragazzi. Può rendere familiari stelle e pianeti dimenticati. Può fare diventare amico intimo il Sole, che ha molto a che vedere con il nostro vivere sulla Terra. Può portare a regalare i nostri sguardi e un po’ del nostro tempo alla Luna…

C’è un carattere della relazione con il cosmo, poi, che è particolarmente significativo per me.

Il cielo è irriducibile ad ogni esperimento di laboratorio. Del cielo si può parlare, si possono guardare figure o costruire modelli, ma se si vuole incontrare davvero un tramonto o la Luna piena, se vogliamo vedere volare Pegaso o guardare l’incontro tra Venere e Marte, dobbiamo imparare ad attendere. Dobbiamo praticare con costanza l’arte dell’attenzione, e arrivare a sentire gli appuntamenti che il cielo suggerisce ai nostri occhi.

E’ così che cominciano a prendere corpo e sostanza i concetti di tempo e di spazio, che incontriamo e quasi tocchiamo con mano i grandi moti circolari dei corpi celesti. E’ così che dal cielo ci arriva un insegnamento di fondo. E cominciamo a imparare che per ascoltare e capire di più bisogna andare incontro alle cose, dobbiamo muoverci, cambiare il nostro punto di vista. Cominciamo a imparare che la conoscenza non è solo organizzazione e riduzione del mondo ai nostri schemi, ma anche tentativo continuo di ascolto dei più diversi linguaggi del cosmo, anche quella capacità di “avvicinarsi alle cose (presenti o assenti) con discrezione e attenzione e cautela, col rispetto di ciò che le cose (presenti o assenti) comunicano senza parole”. Seguendo così un suggerimento che ci ha lasciato Italo Calvino, in una delle sue “lezioni americane”. […]

DALLA PRESENTAZIONE DI EMMA CASTELNUOVO

 

“Ho letto d’un fiato questo libro con lo spirito di chi, pagina dopo pagina, segue un romanzo di cui non sa prevedere il percorso e tanto meno la fine, ma anche con lo spirito di chi, a teatro, assiste, quasi prendendone parte sul palcoscenico, a un lavoro appassionante.

 

Ma questo non è nè un romanzo, nè un pezzo da teatro, benchè gli autori-lettori, ragazzi di 8, 9 e 10 anni, ti trascinino con i loro dialoghi e con le loro “storiche” congetture, a pensare, ripensare, a guardare ancora una volta quello che abbiamo sopra la testa e sotto i piedi: il cielo e la terra.

 

Questo libro è più semplicemente il racconto di quanto avviene a scuola quando i bambini sono incoraggiati a guardare. Perchè l’osservazione è ormai un senso che si va perdendo, le immagini che ci vengono mostrate scorrono troppo veloci.

 

Ma la volta celeste, con le sue stelle e i suoi pianeti, è lì, pronta ad essere guardata con le sue immagini naturali che si ripetono ad intervalli periodici e si offrono quindi ad una osservazione ripetuta. E sono proprio “i tempi lunghi della Luna” che, assieme alle immagini, scandiscono il tempo.

 

E’ chiaro che guardare il cielo aperto viene più spontaneo in un paese come Giove, in un promontorio della valle del Tevere, fra ulivi e viti; ma anche il maestro che insegna ai ragazzi in città può incoraggiare i suoi allievi a guardare dalla finestra un angolo di cielo (come faceva Franco Lorenzoni quando insegnava in una borgata di Roma) e a contare le stelle in una notte limpida e poi… saranno loro, i bambini, che incominceranno a fantasticare.”

 

 

 

AUTORE

Franco Lorenzoni è maestro elementare dal 1978. Attivo nel Movimento di Cooperazione Educativa, ha fondato e dirige ad Amelia, dal 1980, la Casa-laboratorio di Cenci, un centro di ricerca e sperimentazione educativa ed artistica, particolarmente impegnato su temi ecologici e interculturali. Ha pubblicato diversi libri tra cui L’ospite bambino sull’educazione interculturale e Così liberi mai sul ruolo della narrazione nella costruzione di contesti educativi accoglienti. Collabora alle riviste “Lo straniero”, “Eco” e “Cooperazione educativa”.

 

Editore: la meridiana

Collana: P come gioco

Anno edizione: 2009

Pagine: 216 p., Rilegato

EAN: 9788861530973

Prezzo: 18 euro

 

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