La propaganda per convincere il popolo a pagare i costi della Grande guerra

LA GRANDE GUERRA: la decidono i ricchi, la usano per arricchirsi, ma chiedono al popolo di pagarla in vite umane e risparmi

Esattamente un secolo fa l’Europa e il mondo erano coinvolti in uno dei conflitti più tragici e sanguinosi della storia dell’umanità: la prima guerra mondiale.
I sistemi di propaganda svolsero un ruolo centrale nella ricerca di consenso e di finanziamento economico. Osserviamo alcuni esempi.

In questa cromolitografia del 1915 è possibile osservare un gruppo di bersaglieri, i quali, avendo appena conquistato una postazione nemica, abbattono la bandiera austriaca ed issano quella italiana.
In calce, la scritta «A Trieste! Vincere o morire!».

Come vedremo, la richiesta di denaro per sostenere le spese dello Stato è un leitmotiv della propaganda di guerra. In questo manifesto di Aldo Mazza (1880-1964), i genitori di un alpino prendono la decisione di sottoscrivere le obbligazioni del prestito nazionale: «Per il nostro interesse, per lui, per la Patria! Imitateli!».

In questo manifesto è nuovamente presente la richiesta di sottoscrivere il prestito nazionale per sostenere le spese che lo Stato deve affrontare all’interno della Grande guerra.

Nel disegnare questo manifesto Tito Corbella ha voluto rappresentare due giovani uomini che forgiano alcune armi, poggiate sopra un’aratro. La scritta in clace recita: «Armi della morte, armi per la vita! Sottoscrivete al prestito della vittoria».

Borgoni, autore di questo manifesto, ha sottolineato nuovamente la necessità di sottoscrivere il prestito attraverso la rappresentazione di un soldato che porta il tricolore in mano e cerca di difendersi con la spada.

In questa interessante litografia di Luciano Ramo, databile al 1916, è raffigurato una mano mentre stritola la gola uno serpente la cui pelle è coperta da croci di ferro tedesche. La scritta recita: «Attenti! Il serpente tedesco è preso. Bisogna ora strappargli i denti del veleno».

Paragonando il sacrificio fisico del giovane soldato che ha perso l’uso degli occhi e il sacrificio economico dei sostenitori del prestito, l’autore di questo manifesto pone l’accento su un paradigma molto sfruttato all’epoca: «per la Patria i miei occhi! Per la Pace il vostro denaro».

Questa cromolitografia di Marcello Dudovich, risalente al 1916, è un manifesto di propaganda cinematografica che raffigura gli alpini italiani all’assalto in combattimento.

Ugo Finozzi ha disegnato un manifesto che mostra un soldato italiano pronto all’azione, con una baionetta in mano, davanti ad una donna con in braccio un bambino. In questo caso la propaganda si muove quindi su due piani: quello del sostegno militare, realizzato attraverso l’immagine della donna e del bambino che vengono protetti dal soldato, e quello finanziario, presente nell’esortazione a sottoscrivere il prestito.

Infine, una cromolitografia di Giulio Boetti. In occasione della celebrazione della festa nazionale del 2 giugno 1918 il manifesto rappresenta un aquila che toglie le catene ad un fascio littorio il quale poggia su di una base su cui è scritto “pax in jure gentium“. In alto è possibile leggere la scritta “Redemptio“.

Archivio di biblioteca di Storia contemporanea14-18-itww1propaganda.com

I manifesti di propaganda della prima guerra mondiale

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