Le feste di Sant’Anna

Anni Cinquanta. La processione di Sant’Anna in Piazza Municipio

 

 

II 26 si ricorda liturgicamente una delle sante più popolari in Italia, Anna, la madre della Madonna. La si festeggia a Ischia, presso gli scogli di Sant’Anna, nell’omonima baia chiusa dal castello aragonese.

Da Ischia porto, l’antico cratere vulcanico aperto al mare nel 1854 da Ferdinando II di Borbone con il taglio di un istmo, parte di sera un corteo di zatteroni che, quasi carri carnascialeschi acquatici, trasportano scene e figure. Questi zatteroni, che una volta erano barche, vengono scelti da un’apposita commissione fra i tanti progetti presentati: giunti alla baia di Sant’Anna, sfilano di fronte a una giuria sistemata su una motonave, che premia i migliori.

Alla .sfilata segue un intermezzo musicale con un cantante celebre, mentre gli spettatori a terra e in barca gustano la cena tradizionale della serata a base di melanzane alla parmigiana, coniglio del monte Epomeo alla cacciatora e melone a volontà. Infine con una scenografia di fuochi d’artificio, di cui i campani sono maestri, si simula l’incendio del castello aragonese, mentre molti ragazzi si tuffano nelle acque tiepide della baia godendosi un bel bagno notturno.

A Roma molte gestanti si recano in una chiesetta all’interno del Vaticano, Sant’Anna dei Palafrenieri, così detta perché fu questa confraternita, che considerava la madre della Madonna sua patrona, a farla erigere nel 1573 su progetto del Vignola. Dietro versamento di un’offerta le donne incinte ricevono «la candeletta di Sant’Anna» con una decalcomania che terranno accesa al momento del parto. La moglie di Gioacchino, infatti, anch’egli festeggiato il 26 luglio, è considerata la patrona delle donne che desiderano la maternità, delle partorienti e delle madri.

Ragazze con la conca

A Palmoli, in provincia di Chieti, si dedica ad Anna una processione di ringraziamento per il raccolto sicché non è infondato congetturare che si tratti della cristianizzazione di un rito pagano, tanto più che sant’Anna ha assunto spesso nell’iconografia la funzione di una Grande Madre.  Il corteo è aperto dalla, banda musicale seguita dalle pacchianelle, ragazze che indossano ampie gonne abruzzesi dai colori vivaci, busti e fazzoletti legati dietro la nuca: sul capo reggono canestri e conche di rame colmi di dolci caserecci e frutta di stagione. Le seguono ragazzi che portano conigli o agnelli e degli enormi truffali di vino. La sfilata si chiude con carri di covoni di grano trainati da buoi.

 

Da Lunario, di A. Cattabiani, Mondadori

 

Foto RETE

 

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