OVOLO MALEFICO – Amanita muscaria 

 

(L. : Fr.) Lam. 1783

Tassonomia 
Divisione Basidiomycota
Classe Basidiomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Amanitaceae
Genere Amanita
Sottogenere Amanita
Sezione Amanita

Nome italiano
Ovolo malefico, Segnabrise

Sinonimi
Agaricus pseudoauriantiacus Bull. 1812

Etimologia
Dal latino muscarius = attinente alle mosche.

Cappello
7-25(30) cm dapprima globulare, poi emisferico e gradualmente si espande diventando convesso, poi appianato con centro spesso depresso. Colore rosso vivo, rosso arancio, rosso scuro, viscoso con tempo umido, coperto di verruche bianche piramidali, rilevate, concentriche (residui del velo generale) che col tempo tendono a scomparire. Lamelle distanziate dal gambo, alte e serrate; di colore biancastro o giallastre, più basse verso il gambo, con presenza di lamellule.

Gambo
10-25 × 1-3 cm, bianco, rettilineo, slanciato, leggermente ingrossato alla base in un bulbo che si presenta ornamentato da cerchi concentrici di verruche, resti del velo generale, inizialmente pieno, poi cavo fino a diventare tubuloso. Anello ampio, membranoso, tipicamente a gonnella, orlato ondulato, bianco con tonalità gialline sul bordo, sfrangiato, striato nella parte superiore. Volva bianca, friabile, presto dissociata in perle, verruche, pustole.

Carne
Compatta nel cappello, più fibrosa nel gambo, bianca con qualche sfumatura giallastra sotto il pileo. Senza odori particolari. Sapore dolciastro, gradevole, molto tenue.

Habitat
Estate, autunno (da maggio a novembre), sotto conifere e latifoglie, soprattutto nei boschi di montagna (latifoglie e aghifoglie) ma anche in habitat mediterraneo in particolare sotto Eucaliptus con terreno acido.

Commestibilità e tossicità
Velenoso, provoca sindrome panterinica, a breve incubazione (due, tre ore dopo lingestione).

Osservazioni
È il fungo più spettacolare e bello alla vista, cresce in numerosi esemplari che danno al bosco un aspetto fiabesco. Poiché ha lo stesso habitat dei porcini, spesso ne rivela la presenza (segnabrise). Si distingue bene dallAmanita caesarea che presenta prevalentemente un diverso colore del cappello (rosso uovo), mancanza di verruche, ma soprattutto per il colore delle lamelle, del gambo e dellanello (giallo oro). Alcuni la utilizzano quale allucinogeno (con risultati spesso drammatici ed irreversibili), altri per scopi alimentari dopo averla sottoposta a particolari trattamenti (culture orientali dalle quali è meglio distanziarsi). Attenti ad imitarli, è fungo velenoso, tanto che un tempo, cosparsa di latte, veniva usata per uccidere le mosche (da cui il nome) e tanto che spesso si leggono in cronaca episodi di avvelenamento causati dallingestione accidentale di questo fungo.

Somiglianze e varietà
Si tratta di una specie talmente ben differenziata e diffusamente conosciuta che confonderla con altro risulta veramente improbabile. Consigliamo di far attenzione alle forme senza velo sul cappello che possono creare dubbi. Questa specie ha diverse varietà e forme come ad esempio: Amanita muscaria var. formosa Pers., con velo color giallo-oro, aranciato (comune sotto Eucaliptus, ma spesso negli stessi habitat della var. tipo), velenosa. Amanita muscaria var. aureola (Kalchbr.) Quél., quasi sempre senza verruche, volva ben formata, circoncisa, velenosa. Amanita muscaria var. regalis (Fr.) Sacc. = Amanita regalis (Fr.) Michael = Amanita muscaria var. umbrina Sacc., robusta e corpulenta, cappello bruno fegato verruche gialle, velenosa. Somigliante è l’Amanita flavoconia G.F. Atk., con cappello, verruche, anello e parte del gambo di colore giallo-cromo, cresce nell’America Settentrionale, sospetta.

Curiosità
Il fatto che sia universalmente conosciuto come il fungo malefico e velenoso per antonomasia non è dovuto alle sostanze chimiche che contiene, la sua tossicità non è certo tra le più pericolose e drammatiche. Deve la sua pessima fama alluso che ne è stato fatto nella simbologia fiabesca, fumettistica e cinematografica. Forse il vero responsabile della brutta nomea che nel novecento si è fatto questo fungo è Walt Disney. Parlando di velenosità dei funghi bisogna anche ricordare che la percentuale di tossici presenti in una determinata specie varia da territorio a territorio, da raccolta a raccolta e persino nella medesima raccolta, varia da soggetto a soggetto nati dallo stesso micelio secondario. Non si tratta di differenze di piccola entità, lampiezza delle differenze riscontrabili si colloca in una forbice di valori distanziati in modo nettamente significativo. Questo forse spiega bene perché esistono abitudini alimentari cosi diverse nel mondo e perché contestualmente esistono episodi di avvelenamento con esito letale o con linstaurarsi di stati di coma irreversibile. Questa grande variabilità non consente mai di pronosticare gli effetti dovuti al consumo o alluso di un fungo velenoso, il quale anche se trattato in conformità ad usanze culturali locali secolari, può sempre trasformarsi in un killer spietato. Per nostra fortuna la Legge in Italia considera velenosa Amanita muscaria e quindi questo problema per il nostro paese non si pone. Quanto alluso come sostanza stupefacente oltre ad essere illegale, per gli stessi motivi ampiamente illustrati, può indurre in coma e morte da overdose non preventivamente ipotizzabile e quindi controllabile.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Pietro Curti – Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT.

Fonte: https://www.funghiitaliani.it/topic/15308-amanita-muscaria-l-fr-lam-1783/

Foto RETE

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