IL CONTADINO SOLDATO

 

 

Andate a gridare a un soldato

baciandolo: Tu sei un eroe!

Ei non conosce un’opera perfetta

che non sia ‘l solco del bove.

Ei non conosce un valore

che non sia quello di vegliar la notte

presso un suo tino d’uva che borboglia.

 

Andate a gridare a un soldato:

Hai fatto il tuo dovere!

Non sa di meglio che stare a vedere

se i mìgnoli d’ulivo sono molti

e se c’è l’olio per tutte le sere.

La sua ragione d’essere soldato

non è nell’ambizione.

N’ha quanto basta a volere un covone

che salga fino a ‘ deli.

 

La sua ragione è nel meraviglioso.

Tutte le donne godono il riposo

dell’uscio logorato.

Egli, in vece, sa mettersi in agguato,

sa far convito in un campo falciato

dove i nemici son come le messi.

I fanciulli sorridono sommessi

e si stringon per prendere coraggio.

E le donne ne sentono tremore

per quell’immenso cuore

che, di certo, è il più forte del villaggio.

II soldato è soldato

perché treman le donne solamente,

perché i fanciulli vogliono esser grandi

e mangiano per crescere più in fretta,

per poter raccontare

d’aver veduto la Morte

e d’averla invitata a desinare

come se fosse una promessa sposa,

d’averle fatto la corte,

d’averne avuta una rosa

che fa il petto tremando sanguinare.

 

Corrado Alvaro

Foto: Giuseppe Bruno soldato

 

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