Mamme che continuano a mettere a posto i giochi dei figli; mariti malati di pulizia che ripassano con metodicità sulle cose già riordinate dalla moglie; donne che non riescono ad andare a letto la sera se non hanno concluso tutte le faccende domestiche; persone che sul lavoro tengono la scrivania libera e pulita come un tempio. Sono quattro esempi che parlano dell’ansia dell’ordine, un problema così diffuso che forse nessuno di noi può dire di non averlo mai incontrato.
I maniaci del pulito temono le emozioni incontrollate
Certo, saper tenere in ordine l’ambiente in cui si vive o si lavora denota equilibrio interiore e chiarezza mentale; ma c’è un punto superato il quale questa capacità diventa ansia, fino al disturbo ossessivo compulsivo relativo alla pulizia maniacale dei pavimenti o di altri luoghi della casa: quando cioè non si può fare a meno di mettere sempre tutto a posto, quando non si riesce a smettere, quando un po’ di disordine può rovinare la giornata creando una sgradevole sensazione di “incompiutezza” che porta dritti all’ansia.
Più vuoi controllare tutto, più ci assale l’ansia delle pulize: un circolo vizioso
L’ansia delle pulizie è a tutti gli effetti di una forma d’ansia acuta, nella quale si scarica un fortissimo bisogno di controllo. Di solito è un modo inconsapevole per impedire alle emozioni di emergere, o per gestire insicurezze radicate, o per sentirsi a posto con la coscienza: in questo caso l’ordine, ad esempio della casa, diventa per analogia un ordine morale, un senso di “pulizia interiore”, e le geometrie con cui si risistemano le cose offrono l’idea di “rettitudine”. In pratica la persona sta tenendo a bada qualcosa e al contempo sta mantenendo il suo equilibrio grazie a queste azioni rituali, che però hanno un prezzo alto: la mancanza di libertà nel vivere il proprio tempo e l’impossibilità di lasciarsi andare pienamente al relax, alle emozioni, ai cambiamenti.
I segnali da non sottovalutare: scopri se sei a rischio ansia da disordine
Più agiamo per rimuovere il disordine, più la dimensione del “caos” si farà strada dentro di noi in modi inaspettati: è quindi inutile cercare di fuggirla; molto meglio accoglierla e imparare a viverla un po’ alla volta. Per prima cosa prestiamo attenzione ai seguenti segnali, che si affacciano nella vita di tutti i giorni. Testimoniano di una situazione psicologica particolare, che può trovare proprio nella ricerca spasmodica di ordine un suo tentativo di sfogo. Per ognuno, vi proponiamo una possibile via d’uscita più produttiva.
. Hai spesso reazioni scomposte e irritate per nulla.
La causa: probabilmente stai accumulando aggressività.
Cosa fare: esprimi subito le tue contrarietà, non covare astio, sii diretto
. Ti distrai sempre, non sai stare “sul pezzo”.
La causa: forse hai riempito il tuo tempo di attività che non ti interessano davvero.
Cosa fare: arricchisci la tua vita di elementi interessanti, pescandoli anche nel tuo passato (cose che ti piacevano fare ma che ora hai abbandonato).
. Ti capita spesso di provare ansia
La causa: ti sei imposto una morale troppo rigida, specialmente in ambito sessuale.
Cosa fare: sii più elastico e cedevole, concediti qualcosa senza eccedere nei sensi di colpa.
. Hai frequenti sintomi fisici, anche se di poca importanza.
La causa: un eccesso di autocontrollo impedisce il fluire libero delle emozioni.
Cosa fare: dedicati di più al tuo corpo, fai uno sport che ti piace, vai in palestra, fai attività che ti procurano piacere.
. Fai pensieri caotici e logorroici, continui a rimuginare.
La causa: hai paura di incontrare il tuo vuoto interiore.
Cosa fare: rallenta le tue azioni, prova a vivere momenti in cui non fai nulla, senza domandarti il perché.
Foto: RETE
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