Come l’acqua al risveglio

In una di queste ore prima del giorno leggo da un trattato del Talmud dei capitoli intitolati:

”Rotoli dei padri “(Pirké avót).Ammiro pensieri antichi che s’interrogavano sulle azioni umane.Ne riassumo uno che mi riguarda e che stava da qualche parte sotto pelle, prima di trovarlo scritto.

Il salario di una buona azione consiste nella buona azione in se stessa. Il salario di un torto commesso consiste nello stesso torto compiuto.Dunque non ci sono altre conseguenze alle proprie azioni al di fuori di quelle immediate. Contengono sia causa che effetto.Riconosco il motivo per cui quando commetto un torto, risento subito il contraccolpo negativo.

Altrove nel capitolo leggo: ”Chi compie una buona azione si procura un difensore, chi ne commette una cattiva si procura un accusatore”.

Come si possono conciliare le due affermazioni?

Nella prospettiva del tempo: il salario di una buona o di una cattiva azione si riceve e si consuma immediatamente. Il beneficio o il danno si manifestano all’istante in chi compie qualcosa di buono o di cattivo. Ne risente la natura anche fisica della persona.Ma proiettata al di fuori di se e nel lungo periodo,  la buona azione troverà un difensore di chi l’ha eseguita, mentre la cattiva procurerà un accusatore.

Non so se queste letture svolte alle ore buie possano avere un senso per qualcuno. Le nomino e le cito perché hanno un senso per me. Mi introducono nel giorno, come l’acqua che mi passo sugli occhi e mi strofino in faccia al risveglio.

Di Erri De Luca

Fonte: http://fondazionerrideluca.com/web/lacqua-al-risveglio/

Foto RETE

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