Giovani come te

Quanti ne fissi negli occhi

superbi della strada, erranti

giovani come te.

Non hanno in ogni tasca

che mozziconi neri

di sigarette raccattate.

Non sanno che sperdersi

davanti alle lucide vetrine

alle dicende dei bar

ai tram in rapida corsa

alla pubblicità

padrona delle piazze.

Tanto perché il tempo si ammazzi

cantano una qualsiasi canzone,

in cui si chiamano fuorviati, si dicono

amanti del bassifondo

e si ripagano di comprensione.

Una canzone è per covare insano amore

contro le ragazze cioccolato

che sono un po’ le stelle sempre vive

che sono la speranza

d’una vita sorpresa in un sorriso.

E quanti, ma quanti

vorrebbero la luna nel pozzo

una loro strada sicura

che non si rompa tuttora nei bivii.

Quando compiono un gesto il solo gesto

son lì coi mietitori

addormentati ai monumenti

che aspettano la mano sulla spalla

del datore di lavoro.

Sono coi facchini di porto

contenti della faccia sporca

e le braccia penzoloni

dopo che il peso è rovesciato.

Son sprofondati talvolta in salotti

a far orgia di fumo e d’esistenzialismo

giovani malati come te di niente.

Spiriti pronti a tutte le chiamate

angeli maledetti

coscritti e vagabondi,

compagni dei cani randagi,

la nostra è la più sporca bandiera

la nostra giovinezza è

il più crudo dei tormenti.

Or quando la terra accaldata

ci mette addosso la smania del fuoco

nei lunghi meriggi d’estate,

è tempo di crucciarsi

di dir di sì all’Uomo che saremo

e che ci aspetta

alla Cantonata

con falce e libro in mano!

ROCCO SCOTELLARO

Foto RETE

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