A GUSCIA, ovvero l’Alaterno (Rhamnus alaternus)

Descrizione: Pianta con portamento cespuglioso o arbustivo sempreverde, alta da 1 a 5 metri, raramente alberello alto fino ad 8 metri, con fusti ramosi; rami flessibili, a disposizione sparsa sul fusto, rami giovani pubescenti; corteccia rossastra che si screpola con l’età; chioma compatta e tondeggiante; legno molto duro, di colore giallo-brunastro e dal caratteristico odore sgradevole che emana appena tagliato.

Foglie sempreverdi, coriacee, lanceolate o ovate, alterne, a volte quasi opposte, lunghe 2-5 cm, con margine biancastro cartilagineo seghettato o intero, con nervatura centrale pronunciata e 4-6 paia di nervature secondarie; pagina superiore lucida verde scura, quella inferiore più chiara.

Fiori raccolti in un corto racemo ascellare di qualche cm di lunghezza; fiori dioici (raramente fiori dei due sessi sono presenti sulla stessa pianta), pentameri o tetrameri, di 3-4 mm di diametro, profumati; calice verde-giallognolo con sepali eretti nei fiori femminili e riflessi in quelli maschili; petali nulli (o al massimo 1); peduncoli fiorali lunghi 3 mm; stili fessurati in 2-4 parti.

Frutto : drupe di forma obovoide contenenti 3 semi, prima rossastre e poi nere, di 3-7 mm di diametro che giungono a maturazione tra luglio e agosto. Emanano un odore intenso e sono velenose.

Habitat: diffuso nella macchia sempreverde termofila, nelle garighe e nelle leccete, sui pendii collinari calcarei, nelle fenditure della roccia, in aree disturbate ed ai margini del bosco, nel greto dei ruscelli costieri, nel sottobosco rado delle regioni a clima mediterraneo del livello del mare fino ai 700 m di altitudine.

Etimologia: Il genere deriva il suo nome dal greco”rabdos”, ossia “bastoncino” con riferimento alla flessibilità dei rami. Il nome specifico alaternus era in latino il nome di un cespuglio non identificato; fu usato da Linneo per identificare questa specie per l’assonanza con “alternus” ossia alternato, con riferimento alle foglie alterne della specie.

Proprietà ed utilizzi: Immagine Specie officinale tossica

Rhamnus alaternus L. è pianta colonizzatrice, potendosi diffondere rapidamente anche su terreni difficili ed avendo una notevole capacità di ricaccio dalla ceppaia, fatto che le permette di sopravvivere agli incendi. In silvicoltura viene quindi utilizzata per rimboschimenti di zone rupestri e aride.

Poco usata come pianta ornamentale, anche se, per la chioma compatta e la crescita lenta, ben si presta ad essere utilizzata come pianta da siepe frangivento in prossimità del mare.

E’ una pianta mellifera.

Il legno molto duro, di colore giallo-brunastro e dal caratteristico odore sgradevole che emana appena tagliato (da cui il nome vernacolare di Legno puzzo), viene utilizzato per lavori di tornitura o ebanisteria.

Nell’industria dei coloranti vengono utilizzati foglie e rami freschi e frutti per l’estrazione dei pigmenti: da foglie e rami freschi viene estratto un pigmento giallo-aranciato, mentre dai frutti si ottiene il verde di vescica o verde “vegetale”.

Anticamente si utilizzava per tingere di giallo-verde i tessuti.

Come altre specie del genere Rhamnus, i frutti, raccolti in agosto-settembre a piena maturità e fatti essiccare al sole o in forno, ma anche la corteccia, vengono utilizzati per le proprietà lassative e vermifughe.

Nella corteccia e nei frutti vi sono glucosidi, flavoni, principi amari e tannini.

La medicina popolare attribuiva però a Rhamnus alaternus L. poteri curativi molto più estesi. Secondo la tradizione popolare, l’alaterno avrebbe la proprietà di attenuare il mal di fegato e, addirittura, l’ittero.

Nella Sardegna antica si usava il pediluvio di Rhamnus alaternus L. per curare anche gli stati di pesantezza conseguenti a fatiche eccessive.

Tra le superstizioni legate a Rhamnus alaternus L. vi era la convinzione, sostenuta anche da Plinio, che fosse in grado di scacciare gli incantesimi.

In Sardegna, ad esempio, nei paesi dell’interno, si realizzava col legno giovane un amuleto da indossare per proteggersi da ogni pericolo.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

Daniela Longo

Fonte: –https://www.floraitaliae.actaplantarum.org/viewtopic.php?t=3276

Foto RETE

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