Sei la mia terra

Qui sempre ti ritrovo
radicato alla roccia
come l’ulivo antico.
Sei la gramigna il solco
il volto disseccato delle fiumare
il tronco annerito dal fulmine:
sei la mia terra.
Sei le lagrime il sangue
il torto la fame
l’umiltà calpestata il rancore
l’occhio del servo
dalle libere alture degli avi briganti,
sei il braccio che scava la rupe
il coltello che affonda
folgore di vendetta,
il coltello che il pane
comparte al passante,
sei l’odio l’amore
la muta preghiera l’esilio:
sei la mia gente.

FELICE MASTROIANNI

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