Ad Orsomarso, fino agli anni Sessanta, operavano quattro mulini. Tre erano idraulici, uno elettrico (quello vicino all’abbeveratoio del Ponte del Mulino). Quelli idraulici erano “alla greca”, cioè con la ruota orizzontale.
Questa configurazione era funzionale alla caratteristica del torrente Porta la Terra, che avendo una portata modesta non avrebbe permesso il funzionamento del modello vitruviano a ruota verticale.
Il mulino idraulico comprendeva:
- il “fosso”, che convogliava l’acqua al mulino e che richiedeva una continua manutenzione, soprattutto alla “prisa”, il punto in cui si deviava l’acqua dal Canale.
- la “saitta”, quella struttura alta una decina di metri che garantiva energia cinetica all’acqua;
- due vani:
- quello superiore ospitava gli elementi meccanici con la tramoggia, le macine (una fissa ed un’altra mobile), un piccolo spazio per insaccare la farina e per depositare il grano e gli attrezzi;
. quello inferiore, che si raggiungeva attraverso una botola, dove si trovava la doccia che dirigeva esattamente il getto dell’acqua sulle pale della ruota (o ritrecine). Le pale erano incastrate in un fuso ligneo su cui s’innestava un palo metallico che trasmetteva il moto alle macine.
Le macine erano di diametro variabile, per lo più tra il metro e venti e il metro e mezzo, ed erano realizzate in pietra dura ed omogenea, perché non perdessero pulviscolo che si mischiasse con la farina. Erano spesso lavorate con solchi a raggi, per favorire lo scorrimento del macinato. L’abilità del mugnaio stava nel manovrare un volante che distanziava le pietre determinando così la consistenza della farina.
Il mugnaio doveva periodicamente smontare le mole e ribatterle col martello per ripristinare le asperità che potevano essersi spianate con l’usura e per ridefinire i raggi: questa pratica era detta “aguzzar le mole” o rabbigliatura.
Sulla parete di fondo al Mulino di Santo Linardo c’erano due ganasce, collegate ad una piccola gru, che servivano per sollevare la macina mobile in caso di manutenzione.
La struttura essenziale del mulino era formata:
- dalla tramoggia: struttura in legno dove si versava il grano;
- due macine: quella superiore(mobile) e quella inferiore (fissa);
- l’arca di legno, in cui erano appesi i sacchi ove far cadere il macinato;
- la doccia: che dirigeva l’acqua sulla ritrecine;
- la ritrecine: la ruota idraulica che grazie alla spinta dell’acqua fa girare la macina e di conseguenza mette in funzionamento tutto il meccanismo del mulino.
Per evitare che la farina si disperdesse, intorno alle macine c’era un’armatura lignea con coperchio, il palmento, dotata di un’unica apertura verso l’arca di legno, in cui erano appesi i sacchi ove far cadere il macinato
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PROVERBI
Acqua passata non macina più
Avido come un mugnaio.
Acqua di giugno rovina il mugnaio.
Al mulino ed alla sposa manca sempre qualche cosa.
Bevi del buon vino e lascia andare l’acqua al mulino.
Biada di mugnaio, vin di prete e pan di fornaio, non fare parsimonia.
Caval di monaci, porci di mugnaio e figliuoli di vedove non han pari, son ben pasciuti.
Chi va al mulino s’infarina.
Ciascuno vuol menar l’acqua al suo mulino e lasciar secco quello del vicino.
Fabbro d’estate e mugnaio d’inverno son mestieri d’inferno.
Figliuole d’osti e caval di mugnai, non te n’impacciar mai.
Fino a San Martino sta meglio il grano al campo che al mulino.
Gallo di mugnaio, gatto di beccaio, garzone d’oste, ortolano di frati e fattor di monache, hanno opinione di fortunati.
Ha la testa che gira come un mulino.
Il mulino della fame, quando ha acqua non ha grano.
Il mulino non macina senz’acqua.
Il mulino di Dio macina piano ma sottile.
Le cicogne non fanno nido sui mulini, per paura che il mugnaio rubi loro le uova.
La moglie del mugnaio sa bene dove prendere la farina per fare il pane.
L’acqua per il mulino è come il grano per il contadino.
Mugnai e porci, si pesano dopo morti.
Né muli, né mulini, né compari cittadini, né luoghi intorno ai fiumi, né beni di comuni, non te ne impacciar mai, ché te ne pentirai.
Né mulo, né mulino, né un signore per vicino, né un compare contadino.
Non dire farina se non l’hai nel sacco
Ognuno tira l’acqua al suo mulino.
Ognuno va al mulino col suo sacco.
Puoi cambiare il mugnaio, non cambierai il ladro.
Quattro cose son cattivi vicini: fiume, incudine, forno e mulino.
Qual è l’animale più coraggioso? E’ l’asino del mugnaio, che vive tutti i giorni in mezzo ai ladri e non ha paura!
Sette tessitori, sette sarti, sette mugnai, uguale ventuno ladri
Tre cose poco valgono: un mulino che non va, un forno che non scalda, e una madre che non sta in casa.
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