San Nilo è tentato dalla lussuria

Una volta nell’animo di Nilo fu posto dal Malvagio tentatore un importuno stimolo di libidine, ma egli voltolandosi tra le spine e battendosi con le ortiche fece sì che l’asprezza del dolore estinguesse le fiamme di quel diletto immondo.

Trovandosi, un’altra volta, il p. Nilo nella città di Roma, dove era andato a visitare quei luoghi santi e anche per cercare di procurarsi alcuni libri, mentre si aggirava nella chiesa di S. Pietro vide una donna alemanna che a motivo della bella e proporzionata armonia del suo corpo era davvero piacevole e seducente.

Gli spiriti maligni gli impressero nella mente così fissamente l’immagine di costei che sia che Nilo cantasse sia che leggesse sia che scrivesse sia che facesse altro, ella gli appariva sempre davanti agli occhi. Crescendo ogni ora più forte questo assalto, né potendo il castissimo monaco immaginare  il mezzo per scacciare quella ostinata tentazione, ricorse con viva fede a Dio e, gettatosi davanti al sacro altare, esclamò con cuore umile e contrito, così: «Signore Gesù, mio Salvatore, tu sai quanto poco io valga da solo se alla mia debolezza non supplisce la grazia del tuo santo aiuto! Abbi misericordia di me perché mi trovo oppresso dagli assalti dei disonesti insidiatori e non mi rimane nessun’altra speranza se non quella che mi aspetto dalla tua benignità.»

Dette queste parole, giacendo ancora prostrato a terra, si addormentò leggermente e nel dormiveglia si vide apparire davanti a gli occhi Gesù Cristo, vivente e vero, confìtto nella sua Croce. A tale visione il b. monaco, preso a un tempo da timore e da affetto, si mise di nuovo a esclamare: «Muoviti a pietà di me, o benignissimo mio Redentore, e degnati di benedire il tuo miserabile servo.» Allora Gesù Cristo, schiodata la mano destra dalla Croce, lo benedisse tre volte e poi scomparve. In quel preciso istante il b. Nilo sentì cessare quella tentazione e da quel momento il suo corpo restò libero dalle passioni carnali e assolutamente purificato.

Cosicché ciò che non gli avevano potuto ottenere il digiuno, la sete, le veglie e la preghiera, gli fu ottenuto dalla sua grande umiltà e dall’ammissione della propria bassezza.

Da BRANI DELLA VITA DI SAN NILO, di A. Sitongia – S.  Ferrari, Ferrari editore

I brani sono stati presi dalla VITA DI SAN NILO, di Niccolò Balducci, scritta nel 1628

FOTO: Rete

Ti potrebbero interessare:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Close