IL BACO RAPITO

Giustiniano

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Un singolare caso di «spionaggio industriale» è quello che ci racconta Procopio in un passo della Guerra gotica. Riguarda l’introduzione a Bisanzio del baco da seta, avvenuta intorno alla metà del VI secolo. Fino allora il prezioso animale era allevato solo in Oriente, soprattutto in Persia e in Cina, e l’industria serica dell’impero bizantino — trasformata in monopolio statale da Giustiniano — dipendeva totalmente dalle importazioni, ciò che comportava un forte drenaggio di denaro. L’introduzione del baco, avvenuta secondo Procopio ad opera di alcuni monaci che lo avrebbero sottratto in Cina per istigazione dello stesso Giustiniano, diede nuovo impulso alla produzione della seta a Bisanzio e in Occidente.

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Alcuni monaci che venivano dall’India, avendo saputo che Giustiniano imperatore aveva a cuore di fare che i Romani (1)non avesser più a comprare la seta dai Persiani, presentatisi all’imperatore gli promisero che circa la seta farebbero in modo che i Romani non avrebber più a procurarsi questa mercé dai loro nemici Persiani, né da altra nazione; poiché, avendo essi passato lungo tempo nel paese chiamato Serinda (2), al di là di assai genti indiane, vi avevano bene appreso con qual mezzo sarebbe possibile che la seta si producesse sul suolo romano.

All’imperatore, che insistentemente li interrogava e chiedeva loro se davvero così fosse, risposero i monaci che la seta è prodotta da certi bachi ai quali la natura è maestra e li obbliga costantemente a tal lavoro; che sarebbe bensì impossibile trasportar costà viventi quei bachi, ma facile e spedito trasportare la loro semenza; da ciascun seme nascono uova innumerevoli (3), le quali uova molto tempo dopo la loro nascita vengono dagli uomini ricoperte di stabbio (4) e, così riscaldate per tempo bastevole, producono animali.

All’udir ciò l’imperatore, fatta promessa a coloro di grandi donativi, li incitò a confortare le loro parole con l’opera. Ed essi, recatisi nuovamente in Serinda, portaron poi le uova a Bisanzio, e fattele nel modo che abbiam detto tramutar in bachi, questi nutrirono con foglie di gelso, e quindi per opera loro cominciò nell’Impero romano la produzione della seta.

(da Procopio di Cesarea, La guerra gotica, trad. di D. Comparsiti, Roma, 1895)

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NOTE

1. Romani: i sudditi dell’impero bizantino.

2. Serinda: la Cina nord-occidentale.

3. Qui i monaci (o Procopio) dimostrano di avere le idee confuse: le uova non nascono da un «seme», ma vengono deposte dalla farfalla dopo l’accoppiamento. I semi dei bachi, relativamente facili a trasportarsi, sono dunque le uova stesse (come è detto sotto).

4. Stabbio: concime.

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Fonte: MEDIOEVO, di Camera e Fabietti – Zanichelli

Foto: Rete

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